Miss Italia è in buona compagnia: la flop ten delle gaffes più clamorose della tv nostrana

Alice Sabatini non è sola: dall'indimenticato Mike Bongiorno a Barbara d'Urso, passando per Antonella Clerici e Luca Giurato, il piccolo schermo regala sempre momenti di grande imbarazzo

Alice Sabatini, Miss Italia 2015 - Jesolo (VE)
Alice Sabatini, Miss Italia 2015 - Jesolo (VE)

Lo scettro di Miss Italia 2015 e la corona di reginetta delle gaffe. Cosa voleva di più, Alice Sabatini? Forse un quesito in meno da parte della giuria e una risposta diversa, magari senza tirare in ballo chi la guerra l’ha davvero vissuta.

Ma la mora di Viterbo dal taglio di capelli militare può consolarsi. Non è certo l'unica ad averla sparata grossa davanti a milioni di telespettatori sempre con il fucile puntato, giusto per restare in tema. E al cospetto dell’indimenticato Mike Bongiorno, il re dei lapsus, sarebbe risultata una principiante da svezzare. “Ahi ahi ahi, signora Longari, mi è caduta sull'uccello”, disse il conduttore alla campionessa di Rischiatutto. Una frase divenuta paradigmatica, al limite del mitologico. Il problema è quando ci si ritrova senza arte né parte e si scambia un artista per un altro: “Vedo un sorriso come nemmeno Giotto seppe fare alla Gioconda”, sentenziò Maria Teresa Ruta alla Domenica Sportiva. Chissà se Leonardo da Vinci l’avrà presa altrettanto sportivamente.

La prende male Antonella Clerici quando le sfilano il pallone dalle mani, tanto che in trasmissione confessò: “Non posso vivere senza cazzo”. Questione di consonanti. O di vocali: “Incrocio le dite”, esclamò Aldo Biscardi, noto per la sua allergia alla grammatica italiana. Attenzione anche all'inglese: “Adesso andiamo a vedere un summit. Un sommario, un summit. È la stessa cosa no?”, si domandò Alba Parietti. E in studio nessuno ebbe il coraggio di risponderle. La consecutio temporum grida vendetta se ad aprir bocca è Luca Giurato: “Uno piacere ha grande piacere ospite di avere ospite". L'impronunciabile ospite di Unomattina preferì presentarsi da solo. Da non credere ai nostri occhi per l'imbarazzo quando a Pomeriggio Cinque Barbara d’Urso salutò l'Istituto dei ciechi di Milano: “So che mi stanno guardando”. E l’abbaglio è fatto.

Occhio alle citazioni abusate e ai calcoli elementari: parlando della triade juventina Giraudo-Moggi-Bettega, Lapo Elkann azzardò: “Quei tre mi ricordano Caino e Babele”. La domanda sorge spontanea: sono tre o sono due? Di sicuro c’è una b di troppo. Ogni tanto è difficile capire il senso di certe locuzioni. Per esempio, quell’"avversario molto ostico ma anche agnostico" di Arrigo Sacchi è da annoverare tra i segreti di Fatima.

Chiudiamo la flop ten dei granchi clamorosi con Matteo Renzi, che ha scritto con il gessetto “cultura umanista” anziché "umanistica" mentre illustrava con fierezza la riforma dell’istruzione in un'aula scolastica. Il premier si è poi recato a L’Arena di Massimo Giletti per l’errata corrige. Troppo tardi, caro Matteo. Dietro la lavagna!

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