Il duo Mogol e Lucio Battisti ha dato vita a un binomio mai eguagliato nella storia della musica italiana. Giulio Rapetti, in arte Mogol, farà rivivere quelle canzoni memorabili nello spettacolo Emozioni - Viaggio tra le canzoni di Mogol e Battisti (sabato 13 luglio al Teatro Romano di Ostia Antica), in cui un’orchestra di 16 elementi e la voce di Gianmarco Carroccia eseguono una biografia musicale del fortunato sodalizio artistico.
Intervistato da Il Tempo, Mogol ha raccontato qual è stata la caratteristica unica del suo lavoro con Battisti. “La novità di quelle canzoni – spiega il componitore di testi, come ama definirsi – è che siamo riusciti a coniugare la melodia napoletana con la ritmica anglosassone. Nei testi, invece, abbiamo acceso i riflettori sul tema della vita. Molte canzoni sono autobiografiche e questo per l’epoca era molto innovativo”. Ma emergono anche alcuni retroscena sul suo rapporto col cantautore di Poggio Bustone.
Mogol: “Battisti era una persona paciosa”
“Ci sono stati tanti momenti di nervosismo – rivela Mogol – ma, anche se può sembrare strano, nel privato Lucio era una persona paciosa. La popolarità la gestiva con difficoltà perché voleva proteggere costantemente la sua privacy. Io e Lucio eravamo complementari. Lui era un matematico, io no. Lui era un verticale, io un orizzontale”.
Battisti esordì come compositore di brani portati al successo da altre band come i Dik Dik, l’Equipe 84, i Ribelli e i Balordi, poi nel 1969 decise di partecipare alla 19esima edizione del Festival di Sanremo come interprete con Un’avventura, in coppia con Wilson Pickett.
Fu una decisione che Battisti prese “spinto” da Mogol in persona.
“Lucio – confessa Rapetti – si sentiva prima di tutto un autore e all’inizio non voleva cantare le sue canzoni. Io ho insistito e per fortuna alla fine l’ho convinto. Poi a un certo punto non mi ha dato più retta”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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