Morta la nobile che celò i segreti della Sarfatti sul Duce

La baronessa convinse l'ex dittatrice delle arti a non pubblicare un libro di memorie

Morta la nobile che celò i segreti della Sarfatti sul Duce

È morta, giovedì mattina, a 96 anni, l'aristocratica e intellettuale tedesca Jsa Carsen-Iser, vedova del barone Werner von der Schulenburg, figura di scrittore e diplomatico antinazista, coinvolto in vari tentativi di abbattere il regime di Hitler. Schulenburg fu amico e stretto collaboratore di Margherita Sarfatti, l'amante ebrea di Benito Mussolini, la quale, oltre a essere sua consigliera politica, nei primi anni del regime, ebbe la funzione di dittatrice delle arti.

L'avversione al nazionalsocialismo di Schulenburg era condivisa dalla stessa Sarfatti, che fissò il punto di inizio del catastrofico fallimento del Duce nel tentativo del dittatore di porsi a imitatore, lui stesso, di quella parodia, sadica e grottesca, del fascismo, che fu il regime con la svastica. E qui si colloca la figura della baronessa Schulenburg, che, nel settembre del 1954, ricevette dal marito un incarico delicatissimo, che fu coronato da successo. Margherita Sarfatti, fin dal 1947, era rientrata in Italia, dopo anni di esilio amaro, in quanto costretta a lasciare la Penisola dopo il varo delle leggi razziali. In Sudamerica, l'intellettuale israelita aveva scritto un memoriale retrospettivo, in cui si batteva il petto per aver spinto Mussolini all'azione politica, ispirando la costruzione di un modello di Stato che, già dagli anni Trenta, assunse lineamenti totalitari. Quel testo esplosivo, redatto in lingua inglese, e intitolato My Fault, costituiva un atto di accusa verso la direzione spietata che aveva finito per assumere lo stile di comando del suo ex amante, che essa paragonava a un Nerone, avvelenato dalla bramosia di potere e spiritualmente corrotto dalla sete di adulazione e dalla vanità, di cui era divenuto schiavo. Nel maggio del 1954, Schulenburg ricevette, in Germania, una lettera della Sarfatti, in cui questa annunciava di voler dare alle stampe il libro nel quale ammetteva il proprio errore verso il fascismo e verso Mussolini. Allarmato da tale intenzione, il barone decise di mandare, in missione, in Italia, la giovane consorte, sposata nel 1951. Così, dal 4 al 6 settembre di quel '54, Jsa Schulenburg, fu ospite al Soldo, la villa che la Sarfatti possedeva a Cavallasca, sulle colline comasche.

La baronessa portò argomentazioni talmente convincenti, sull'assoluta inopportunità di pubblicare My Fault, che, alla fine, l'ex ninfa Egeria del Duce, rinunciò al suo proposito. L'autore di questo articolo, poté finalmente rivelare i contenuti di My Fault, in anteprima assoluta, nel 2010. Donna Margherita, morì nel 1961, e il memoriale rimase tra le carte sarfattiane, senza che i primi biografi di colei che fu definita regina senza corona potessero accedervi.

Werner von der Schulenburg morì, d'infarto, nel 1958.

La vedova, con la valida collaborazione della figlia Sibyl, è stata la conservatrice delle carte storiche scottanti del barone, che per decenni sono rimaste depositate, in un fondo segreto, all'archivio di Stato di Basilea.

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