Mughini contro le influencer: "Influenza? Ai miei tempi lo chiamavamo attizzare"

Giampiero Mughini si scaglia contro il nuovo fenomeno delle influencer

Mughini contro le influencer: "Influenza? Ai miei tempi lo chiamavamo attizzare"

"Influencer? E chi diavolo sono?". Giampiero Mughini si trova spiazzato e confuso di fronte a questo nuovo fenomeno, che ha invaso la società contemporanea e si scaglia contro la figura dell'influencer, sempre più in espansione. E in una lettera a Dagospia esprime tutto il suo sconcerto, dato che "ai nostri tempi le infuencer non c’erano proprio".

Ma Mughini ha il "sospetto" che si tratti di un trabocchetto semantico e che il termine oggi tanto usato sia in realtà una sostituzione di quello che "noi che siamo stati ventenni un mezzo secolo fa avremmo chiamato eccitare, attizzare o fare uscire gli occhi dalle orbite". Un'ipotesi che, a suo dire, trarebbe forza da un'esperienza in uno studio televisivo: "Il conduttore continuava a usare questa parola magica, come a indicare chissà quali opere e attività della nostra eroina. Ne frattempo sfilavano su uno schermo televisivo delle immagini di questa fanciulla che ne garantivano il curriculum, ossia immagini che evidenziavano il suo deretano e altre luoghi del suo corpo".

L'opinionista, poi, si scaglia contro Taylor Mega, "una che più influencer di così si muore": "I tacchi alti, il bikini ridottissimo e poco altro addosso, le labbra su cui è intervenuto un chirurgo d’assalto, le pose studiatissime anche se un po’ gelide da quanto le si legge in volto che sta calcolando l’Iva sulla sua prestazione in corso".

E conclude con l'ultima stoccata, facendo un paragone tra le influencer di oggi e le immagini sulle

riviste dei suoi vent'anni: "Pose di fanciulle di cui avrei detto allora che erano molto invitanti. Lo avrei detto fra me e me, apprezzandole e dando il risalto che meritano in una corretta lingua italiana".

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