In attesa di rivederlo al Dopofestival di Sanremo, Nicola Savino ci anticipa il suo obiettivo: doppiare il successo della scorsa edizione. Nel frattempo si sperimenta in un'esperienza televisiva per lui diversa dal solito, cioè Boss in Incognito su Raidue, il programma in cui il boss di un'azienda accetta la sfida di lavorare, sotto copertura, insieme ai propri dipendenti. La prima puntata di questa stagione, andata in onda il 28 dicembre, ha raccolto una buona media (8,52% di share pari a 2.167.000 telespettatori). E da stasera spazierà tra nuove realtà, dall'azienda che produce passata di pomodoro, a quelle di ceramiche, torroni e dolciumi, maglieria e abbigliamento, accessori per i mobili. Savino, inoltre, ogni domenica è al timone del contenitore pomeridiano di Raidue Quelli che il calcio.
Con che spirito affronta Boss in Incognito? Cosa l'ha colpita di questo format?
«Le storie di vita. Nell'azienda che produce passata di pomodoro, tra gli operai c'è una ragazza nigeriana, che ha i figli nel suo paese e manda loro il suo stipendio».
Qualcuno ha accusato il programma di piaggeria. Sul web l'hanno trovato edulcorato, recitato, o poco attento alle tematiche aziendali.
«Le critiche si accettano, ma le aziende si offrono alla redazione per partecipare. Quale azienda si offrirebbe, se avesse davvero qualcosa di grave da nascondere? Non siamo Report, non è un'inchiesta e non abbiamo scopi di risanamento. È recitato? Il boss è semplicemente sotto copertura, mica è un attore. Noi facciamo credere che si tratti di un altro programma, Cambio lavoro cambio vita, per giustificare ai dipendenti la presenza delle telecamere...»
Dopofestival?
«A posto di Max Giusti ci sarà Ubaldo Pantani, farà imitazioni esplosive. La struttura sarà sull'impronta dello scorso anno, con la Gialappa's, ma vorrei coinvolgere di più i cantanti, aumentare gli spazi musicali live, con la band che avremo in studio».
Un parere sul festival Conti-De Filippi.
« il patto del Nazareno dello showbusiness. Un patto che, a differenza di quello vero, sarà rispettato».
E il suo «patto» con Linus a Radio Deejay, per Deejay chiama Italia?
«Quest'anno facciamo vent'anni di sodalizio. Siamo ormai una coppia di fatto, ma aperta.
Faccio i salti mortali per essere ogni mattina a quel microfono. Ma finita la trasmissione nessuno sa dove sia l'altro, così abbiamo qualcosa da raccontarci una volta in onda. Non so come facciano i miei colleghi del Trio Medusa, ad andare anche in vacanza insieme...»
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