"Non avrei mai fatto Han Solo senza l'ok di Harrison Ford"

Ehrenreich, alla vigilia dell'uscita di «A Star Wars Story» racconta le paure di raccogliere l'eredità del mito

"Non avrei mai fatto Han Solo senza l'ok di Harrison Ford"

Correva l'anno 1977 quando il mondo intero s'innamorò per la prima volta di Han Solo. Il film era Star Wars - Guerre Stellari, il primo della Trilogia Originale, e a vestire i panni di quello che sarebbe diventato uno dei personaggi più amati della saga era Harrison Ford. Quarantun anni dopo, Han Solo ha un altro volto, quello di Alden Ehrenreich, attore statunitense classe 1989 scelto da Ron Howard come protagonista di Solo: A Star Wars Story, l'attesissimo spin-off in sala da domani che racconta le avventure giovanili di Solo, appunto, e del suo migliore amico, lo wookie Chewbacca. Un'eredità pesante come un macigno, quella lasciata da Ford al giovane collega. «È una cosa più grande di me e di quello che la mente umana possa immaginare, spiega Ehrenreich quando ho messo piede per la prima volta sul Millennium Falcon, non potevo crederci. È stato surreale. Per abituarmi, anche solo all'idea, ci ho messo due mesi, tanto quanto sono durate le riprese». Impossibile non pensare al suo predecessore. «Prima di iniziare a girare, volevo parlare con Harrison (Ford, ndr), in segno di rispetto, e per ricevere la sua benedizione. Così abbiamo pranzato insieme. È stato di grande incoraggiamento e sostegno. Ha sempre fatto il tifo per me, fin dal primo momento».

Di grande conforto quindi per i milioni di fan della saga ideata da George Lucas. D'altronde Star Wars è una pietra miliare della cultura pop e il fallimento non è concesso. Lo sa bene anche Ron Howard, uno che in carriera di fallimenti ne ha vissuti ben pochi. Eppure, anche uno come lui ha dovuto fare i conti con quel naturale timore reverenziale che l'universo di Guerre Stellari esercita su chi gli si avvicina. «Ho capito subito di non poter sbagliare. Una sensazione simile l'avevo già provata quando ho realizzato il documentario sui Beatles (The Beatles: Eight Days a Week The Touring Years, ndr). Mi sono detto: Ron, non puoi fallire, i fan non lo accetterebbero mai ed è giusto che non lo facciano». Difficile quando alla guida c'è uno come Howard e nel cast attori del calibro di Woody Harrelson, Thandie Newton, Paul Bettany ma soprattutto di Emilia Clarke e Donald Glover, due che grazie al piccolo schermo sono diventati dei giganti a Hollywood. La prima la sua fama la deve alla serie Game of Thrones e al personaggio di Daenerys Targaryen. Nel film veste i panni della misteriosa Kira. Chi è e perché conosca Solo da una vita non è dato sapere. Quello che si sa è che le loro strade si sono separate tanto tempo prima. «Il mio personaggio ha avuto un passato difficile anticipa la Clarke E ora sta cercando di mettere insieme i pezzi mancanti di quello che le è successo». Ce la farà a vincere la sua battaglia? Il secondo, Glover, oggi è il golden boy d'America: tutto ciò che tocca diventa oro. Lo ha fatto con la serie tv Atlanta, che ha conquistato tutti, oltre a una marea di premi, lo fa con l'hip-hop, il rap e l'R&B tanto che oggi Childish Gambino il suo nome d'arte da cantante è in cima anche alle classifiche musicali di tutto il mondo. E ora, ne siamo certi, lo farà anche indossando i panni di Lando Calrissian, il ruolo che un tempo fu di Billy Dee Williams. È opulento, ostenta la sua ricchezza e ha un debole per il gioco d'azzardo.

«Mi sembra giusto il fatto che nel film ci siano persone ricche e persone povere commenta Glover Il divario di classe non è un qualcosa di astratto: riflette il mondo in cui viviamo. È un mondo difficile là fuori ed è giusto che sia così anche nella vita del giovane protagonista».

Ma oltre alle epiche battaglie, ai mega effetti speciali, ai viaggi interstellari, alle spade laser, ai lati oscuri della forza, c'è anche la poesia, quella del primo incontro tra Han Solo e Chewbacca (sotto il costume c'è l'altissimo ex

giocatore di basket Joonas Suotamo). Una storia romantica, che finalmente viene raccontata in tutta la sua bellezza. È la nascita di un'amicizia, che durerà nei dcenni, forse la più pura che si sia mai vista sul grande schermo.

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