"Carlo in vendita". Lo scioccante titolo del Daily Mail potrebbe aprire un nuovo capitolo sugli scandali della famiglia reale. Questa volta a finire nel mirino è la fondazione del principe Carlo e alcuni faccendieri che avrebbero messo letteralmente in vendita l'erede al trono.
Una cena in compagnia del principe Carlo, qualche minuto di conversazione e una foto per immortalare il momento. Il tutto a un tariffario ben preciso: 100mila sterline. La finalità sempre la stessa, finanziare le attività benefiche della fondazione del figlio della regina Elisabetta e gonfiare le tasche dei faccendieri, che trattenevano commissioni fino al 25%. A lanciare la bomba è stato il quotidiano britannico Mail on Sunday, che avrebbe scoperto una rete di contatti in grado di consentire l'accesso di facoltosi imprenditori e magnati al cospetto del principe di Galles. La fondazione di Carlo d'Inghilterra nega ogni coinvolgimento e ha avviato un'indagine interna per valutare responsabilità etiche. Ma intanto lo scandalo tiene banco nel Regno Unito.
A scoperchiare il vaso di Pandora è stata una mail intercettata dal quotidiano inglese, che riporta la dinamica degli incontri a pagamento con il principe Carlo. Dettagli precisi su come facoltosi donatori avrebbero potuto assicurarsi una cena sontuosa per due persone con il principe Carlo e un pernottamento a Dumfries House, la residenza di campagna in Scozia dell'erede al trono. La missiva - datata novembre 2019 - include una serie di punti in cui si chiarisce cosa può aspettarsi dalla serata il donatore. "Giro della casa o dei giardini, drink alle 19 e incontro con il principe. Conversazione e fotografo, seguono una cena in costume e intrattenimento come un recital di pianoforte prima che gli ospiti si ritirino per la notte", riporta il Daily Mail.
Ciascuna donazione da 100mila sterline sarebbe stata versata sul conto di Burke's Peerage, la casa editrice delle guide genealogiche reali, il cui editore William Bortrick sarebbe strettamente coinvolto nello schema insieme a un altro intermediario, Michael Wynne-Parker, autore della mail incriminata. In due imprenditori negano ogni coinvolgimento illecito, ma nelle scorse ore la fondazione del principe Carlo ha interrotto la collaborazione con loro, emettendo una nota ufficiale sull'indagine etica avviata dopo lo scandalo.
"La Prince's Foundation prende molto sul serio le accuse portate alla sua attenzione da The Mail on Sunday - si legge nel comunicato ufficiale - relative a terzi che in passato hanno presentato potenziali donatori alla nostra organizzazione di beneficenza. Non eravamo a conoscenza di alcun guadagno finanziario cercato da queste persone, che non abbiamo mai pagato. Abbiamo interrotto il nostro rapporto con queste persone, sottoponendo la questione al nostro comitato etico per le indagini. Michael Wynne-Parker non rappresenta la Prince's Foundation e l'e-mail che ha inviato non corrisponde all'approccio della Fondazione alla raccolta fondi".
Le cene organizzate a Dumfries House alla presenza del principe Carlo, però, non sarebbero le uniche messe in piedi da Wynne-Parker.
Dopo lo scandalo l'imprenditore ha fatto sapere di aver organizzato con i generosi donatori serata simili al Castle of Mey. "Il principe di Galles una volta mi ha detto quanto apprezzava il sostegno e che amava conoscere i donatori", ha dichiarato Wynne-Parker, svelando come il meccanismo durasse da tempo e fosse consolidato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.