Il tumore, l'intervento e il decorso: ora parla il chirurgo di Fedez

Il professor Massimo Falconi ha rivelato i particolari dell'intervento chirurgico a cui si è sottoposto il rapper e il decorso della malattia

Il tumore, l'intervento e il decorso: ora parla il chirurgo di Fedez

Una persona su un milione. È questa l'incidenza del tumore al pancreas che ha colpito Fedez. Lo ha rivelato il professore Massimo Falconi, a capo del team che ha operato il rapper, che a due mesi esatti dall'intervento durato oltre sei ore ha svelato i particolari della malattia di Fedez e perché non dovrà sottoporsi al trattamento chemioterapico.

Entrare nelle vicende personali non è mai semplice, ma il dottor Massimo Falconi ha voluto cogliere l'occasione del clamore suscitato dalla drammatica esperienza vissuta da Fedez per puntare l'attenzione sui tumori più rari. Il caso del rapper è stato particolarmente "fortunato". Lo ha detto lo stesso Fedez nelle scorse ore, quando ha confessato: "L'esame istologico è andato bene il tumore non ha preso i linfonodi, per cui non ho dovuto fare la chemio. Al 90% va tutto bene, devo solo recuperare". L'intervento - nel quale gli sono stati asportati duodeno, cistifellea, parte del pancreas e un pezzo di intestino - è durato oltre sei ore, ma l'esito finale era tutto in quell'esame istologico, che ha dato esito positivo.

A spiegarlo è stato il professor Falconi: "Tutte le malattie neoplastiche a potenziale aggressivo possono rilasciare cellule neoplastiche lungo due vie: quella linfatica e quella ematica migrando nei linfonodi e/o a distanza. L'assenza di coinvolgimento linfonodale rappresenta quindi una malattia meno aggressiva o colta più precocemente". Fedez ha confessato di avere avuto "tanto culo" perché il suo tumore, seppure raro, è classificato G1 quindi poco aggressivo. A rivelarlo è stato l'esame della proteina K167, che si trova nel tessuto tumorale e "che ci dice quale sia l’indice proliferativo delle cellule neoplastiche. Si esprime in percentuale da 1 a 100 e G1 significa che la proliferazione è inferiore al 3% delle cellule neoplastiche, quindi, molto bassa", ha spiegato il primario dell'Unità di Chirurgia del Pancreas del San Raffaele al Corriere della sera.

Il recupero per il cantante è sereno ma sicuramente non facile. A livello fisico Fedez ha dichiarato di essere ancora indietro, soprattutto dal punto di vista della resistenza e del fiato. Ma vivere dignitosamente senza alcuni organi o parte di essi è possibile, ha spiegato Falconi: "E' stata ricostruita la continuità fra i vari tubi dell'apparato digerente. E certo che si può vivere bene come Federico dimostra da splendido testimonial. È uno degli interventi più complessi, per questo servono centri e chirurghi di grande esperienza". Sull'aspettativa di vita del paziente, il chirurgo non si è sbilanciato. "Al 90% va tutto bene", ha detto Fedez, mentre Falconi ha precisato: "L'aspettativa di vita dipende da numerosi fattori.

In generale i tumori neuroendocrini possono avere una ottima prognosi che non raramente corrisponde alla guarigione". Fedez dovrà dunque seguire un iter di controlli per monitorare il decorso della guarigione e tenere sotto controllo la situazione.

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