Pasolini musicista cantato in scena da Cerami e Siano

Grazie alle celebrazioni del centenario della nascita (5 marzo 1922) si scoprono aspetti meno conosciuti dell'opera di Pier Paolo Pasolini

Pasolini musicista cantato in scena da Cerami e Siano

Grazie alle celebrazioni del centenario della nascita (5 marzo 1922) si scoprono aspetti meno conosciuti dell'opera di Pier Paolo Pasolini. Fu poeta, innanzi tutto, ma anche romanziere, saggista, regista cinematografico, autore teatrale, sceneggiatore, pittore. Per vastità di interessi e mole di lavoro, l'unico termine di paragone, che forse non piacerebbe a Pasolini, è Gabriele d'Annunzio.

Pasolini suonava il violino ed ebbe un periodo di infatuazione totalizzante per la musica, in Friuli, mentre infuriava la Seconda guerra mondiale. Negli anni Sessanta, ormai cittadino di Roma, si dedicherà, saltuariamente, alla scrittura di testi per canzoni. Splendida occasione per avvicinare questo ulteriore mondo pasoliniano è lo spettacolo Le canzoni di Pasolini, con le voci di Aisha Cerami e Nuccio Siano, gli arrangiamenti e le musiche originali di Roberto Marino (anche al pianoforte con il contrabbasso di Andrea Colocci e Salvatore Zambataro). Sarà in scena al Teatro Vascello di Roma da domani al 24 aprile.

Pasolini ebbe a che fare con artisti di grande calibro. La lista delle collaborazioni va da Laura Betti a Gabriella Ferri (interprete del magnifico Valzer della toppa - toppa significa sbronza), da Piero Umiliani a Ennio Morricone, da Domenico Modugno (Che cosa sono le nuvole?) a Sergio Endrigo (che tradusse la ballata friulana Il soldato di Napoleone).

Chiediamo ad Aisha Cerami cosa le piace di questi brani: «Sono vere e proprie storie. Cantare Pasolini significa interpretare dei ruoli». I personaggi sono i ragazzi di vita ma non solo. Cerami: «Quelli che canto io sono soprattutto prostitute. Donne di strada ma ribelli e forti». Tecnicamente le canzoni «sono una sfida, prevedono pathos e delicatezza, essendo canzoni-personaggio si lavora molto sui cambi di registro. Inoltre le melodie non sempre sono immediate rispetto all'accompagnamento». A proposito di arrangiamenti, a parte le musiche nuove di zecca, sono stati toccati quelli di Modugno, Endrigo e così via? «Sono stati conservati ma con qualche rispettoso ritocco che serve a dare unità musicale allo spettacolo. Ci voleva una lingua unica per garantire coerenza allo stile». Lo spettacolo è rodato, esiste anche un cd, Le canzoni di Pier Paolo Pasolini, pubblicato nel 2007. Visto il rinnovato interesse, sono in arrivo nuove date oltre a quelle romane.

Nel 1956 Pasolini affermò: «Non vedo perché sia la musica che le parole delle canzonette non dovrebbero essere più belle. Un intervento di un poeta colto e magari raffinato non avrebbe niente di illecito».

Lo scrittore aggiunse che gli sarebbe piaciuto «applicare dei versi a una bella musica, tango o samba che sia». Ed eccoci di fronte all'ennesimo Pasolini: il ballerino. Grande frequentatore di balere e sagre, vinse un premio come danzatore di samba. Ma questa è un'altra storia.

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