Le colline del Gavi appaiono quasi all'improvviso appena lasci l'autostrada. Novi Ligure è poco lontano, Castelletto e Arquata Scrivia promettono boschi e silenzi. Qui e ormai di anni ne sono passati tanti Giorgio Rossi Cairo e Irene Crocco hanno aperto un'azienda agricola biodinamica, un boutique hotel e una fondazione d'arte unica nel suo genere, come sa chiunque l'abbia visitata almeno una volta. L'idea è di calare l'arte contemporanea nei veri ritmi agresti del territorio e di riflettere su nuovi modi di cui godere del paesaggio: se si passeggia tra i vigneti si vedono opere permanenti di Remo Salvadori e Francesco Jodice, ad esempio. La direzione artistica è affidata all'energica Ilaria Bonacossa, in questi giorni alle prese anche per il lancio della nuova edizione di Artissima, la fiera d'arte contemporanea di Torino: c'è voglia di ricominciare. E per celebrare una «rinascita consapevole» dopo il difficile periodo della pandemia Bonacossa ha chiamato a La Raia il tedesco Michael Beutler. Un ritorno a casa, a dire il vero: già quattro anni fa Beutler, atelier a Berlino e lavori presentati con successo alla Biennale di Venezia, aveva punteggiato con l'aiuto dei contadini locali gli spazi della tenuta con le sue «balle di fieno colorate».
Questa volta l'operazione è più intima e composta. Oak Barrel Baroque, ovvero «Barile di quercia barocca», è un'opera costruita in travi di legno e doghe di barrique realmente utilizzate nell'azienda agricola: ci appare, tra il verde dei pendii, come un tempietto, un rifugio, un luogo in cui sostare al fresco per ammirare il paesaggio. Il retro ricorda la tipica forma di un abside, la facciata si apre al mondo. «L'idea è partita dalla possibilità di utilizzare il legno delle botti a fine vita, quindi non più utilizzabili, per trasformarle in uno spazio vivo da usare tra le vigne. Inizialmente volevo costruire qualcosa di più grande e simile ad una chiesa, con l'abside e un portico alla Palladio, poi ho capito che era meglio ridimensionare il tutto. Ho voluto costruire una struttura simile a quella di una chiesa tipica delle piazze italiane e portando in un contesto di paesaggio agreste strutture e forme tipiche della città», spiega l'artista. Per farlo si è letteralmente rimboccato le maniche e, con un manipolo di assistenti, per un mese ha lavorato nel parco della tenuta, applicando una tecnica appresa in Giappone che evita l'uso di viti e bulloni e gioca tutto sull'incastro perfetto del legno. Un legno che ci dice la curatrice Ilaria Bonacossa ancora profuma di vino, e inebria. L'inaugurazione di sabato scorso con lo spettacolo Care Selve.
Florilegio, ideato da Aline Nari e ispirato a un'aria di Händel, è stata una sorta di invocazione agli spiriti (benevoli, questa volta) della natura. Il «tempietto contemporaneo» di Beutler dalle prossime settimane rimane lì, scortato da due giovani querce appena piantate, ad accogliere i passanti.
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