Un poliziesco d'autore che bada al sodo

Un poliziesco lontano anni luce da quelli stereotipati che siamo abituati a vedere sul grande schermo. Qui non ci sono inseguimenti, scazzottate o sparatorie.

Un poliziesco d'autore che bada al sodo

Un poliziesco lontano anni luce da quelli stereotipati che siamo abituati a vedere sul grande schermo. Qui non ci sono inseguimenti, scazzottate, sparatorie. L'azione lascia spazio alle parole, perché la vita di un agente non deve essere romanzata, ma apprezzata per la capacità di giungere alla verità e di farla rispettare. Il film di Desplechin è ambientato a Roubaix e ha come protagonista il commissario Daoud. È un uomo dal carisma forte, intelligente, capace. Uno che si fa spesso guidare dall'istinto, bandendo i pregiudizi. Dalla sua scrivania passano i casi più svariati. Un uomo che cerca di truffare l'assicurazione, una rissa, un incendio volontario, uno stupro: lo spettatore assiste al quotidiano che si fa realtà. Non romanzato, ma, come in un documentario, ripreso per descrivere quanto il male possa essere crudele, ma anche banale. Daoud indaga, si reca sui luoghi, interroga, smaschera. Non serve il cliché del poliziotto buono e di quello cattivo, per fare in modo che un testimone parli o si contraddica. Basta la capacità di un buon agente per arrivare a ciò che è vero. Poi, una vecchia signora viene uccisa nel suo appartamento e le sospettate sono due giovani donne, amanti e alcolizzate. Da questo punto Roubaix tralascia tutto il resto e si concentra unicamente sulla trafila investigativa, decisamente lunga, per risolvere il caso. Saranno state veramente loro? Chi è in platea finisce per elaborare le proprie teorie, come se facesse parte della squadra comandata da Daoud. Ora, per una operazione cinematografica come questa, il rischio naufragio è alto. Provare a servire, a chi paga il biglietto, un poliziesco d'autore, è non solo coraggioso, ma un vero azzardo.

Eppure, la regia «antitetica» di Desplechin e la prova incredibile dei suoi attori, a partire da un magnetico commissario Roschdy Zem, ma anche delle due giovani indiziate, Léa Seydoux e Sara Forestier, ti catturano in un vortice da cui si fa fatica a staccarsi. Uno dei polizieschi più belli e reali visti sul grande schermo. Come sempre, in questo la Francia sa sorprendere.

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