Posa in costume da bagno, la cheerleader viene licenziata

Una cheerleader statunitense è stata licenziata per aver pubblicato sui social una foto in costume da bagno: ora combatte contro il regolamento della squadra

Posa in costume da bagno, la cheerleader viene licenziata

Una cheerleader dei New Orleans Saint è stata licenziata per una foto pubblicata su Instagram. Lo scatto ritrae la donna, 22 anni, al mare e in costume da bagno.

La cheerleader si chiama Bailey Davis ed è una tifosa della squadra da quando era una bambina. A seguito della pubblicazione dello scatto sui social ha perso il lavoro e, sebbene non desideri riaverlo, ha denunciato la squadra e le sue regole alla Commissione Pari Opportunità, al fine di migliorare le condizioni lavorative per le sue colleghe. C'è chi pensa, infatti, che le norme che vietano di mostrarsi in pubblico in costume siano espressione di sessismo: ora il tribunale dovrà stabilirlo.

Questo è solo l'ultimo capitolo della storia di Bailey, perché la questione delle sue presunte violazioni al regolamento pare fossero già da tempo sul tavolo dei dirigenti della squadra. In passato la donna sarebbe infatti stata vista a una festa con uno dei giocatori. Poi, il 12 febbraio, la pubblicazione della foto. Stando al regolamento, le cheerleader non possono familiarizzare con gli atleti, né pubblicare immagini che suggeriscano in qualche modo la nudità, anche in caso si tratti di un innocuo costume da bagno.

La direttrice senior della squadra, Ashley Deaton, ha inviato una mail a Bailey Davis, per spiegarle che quelle regole servono "a proteggerle dalle avance dei giocatori". Secondo il regolamento e la stessa Deaton, come riporta People, è "comprensibile" che gli atleti contattino le cheerleader, ma queste non devono in alcun modo rispondere. Cheerleader e giocatori non si possono neppure salutare se si trovano nello stesso locale e le donne sono obbligate a uscire subito, affinché non vi sia condivisione degli stessi ambienti.

E quando Bailey ha pubblicato lo scatto, Deaton le ha mandato una mail, rimproverandole una "scarsa capacità di giudizio" e affermando che si aspettasse "molto di più da lei".

L'avvocata della cheerleader, Sara Blackwell, promette battaglia contro lo "stereotipo antiquato" delle donne che devono rispettare imposizioni per la loro protezione. E affinché le cheerleader siano equiparate agli atleti sul posto di lavoro, dato che sono atlete loro stesse.

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