Quell'amore visionario al ritmo del flamenco

Viaggio sul set di "Lontano da te", la coproduzione Mediaset (Italia e Spagna) attesa su Canale 5

Quell'amore visionario al ritmo del  flamenco

Il flamenco che unisce due vite. Ma anche due paesi, Italia e Spagna, così simili, così diversi. Il flamenco che fa nascere nel vortice dei passi un amore litigarello e fantasioso, ma anche un sodalizio destinato a un rapporto maturo. Insomma, nella trama di una fiction si rispecchia il nuovo corso che Mediaset Italia e l'omologa Mediaset España hanno avviato per creare un nuovo modello di produzione e di business. La serie, in sette puntate, si sta girando a Siviglia, patria del flamenco, dove si è appena aperto il set che è stato mostrato ai giornalisti per far conoscere questa nuova strada intrapresa dai due broadcaster. Intitolata Lontano da te, la fiction andrà in onda a fine 2018 o inizio 2019 su Canale 5 e in contemporanea su Telecinco. Prodotta in collaborazione con la società Cross Production (ultimo lavoro Le sirene su Raiuno), è ambientata a metà tra Spagna (Siviglia), Italia (Roma) e una parte iniziale a Praga. «È una romantic comedy - spiega il direttore della fiction Mediaset Daniele Cesarano, lo sceneggiatore, tra le altre, di serie come Ris, Romanzo Criminale e Suburra - con una parte importante di fantasy in cui i momenti onirici si legano alla realtà quotidiana. Una sceneggiatura in cui diventa portante il lato di commedia che si presta a raccontare i due paesi coinvolti». In sostanza, la serie si basa sulla storia d'amore tra la ballerina di flamenco Candela, interpretata da Megan Montaner, famosa in Italia per essere stata la Pepa della soap Il segreto, e Massimo, interpretato da Alessandro Tiberi (tra i suoi tanti lavori la serie cult Boris). Lei è una sregolata, vulcanica, pasticciona ballerina, lui invece un serio, posato, iperorganizzato giovane imprenditore romano. Due caratteri opposti la cui vita viene cambiata dal destino e da una sorta di incantesimo. Il loro incontro-scontro avviene a Praga e, dopo una serie di vicissitudini, si innamorano. Da lontano, lei a Siviglia, lui a Roma, continuano a vedersi. Come? Nelle visioni: si materializzano l'uno nella vita dell'altro nelle situazioni più sorprendenti e inopportune (ma gli altri non li vedono) creando momenti divertenti e spiazzanti.

«Si io sono quello inquadrato e preciso - racconta Tiberi, da pochi giorni arrivato sul set a Siviglia -; lei è la rompiscatole che mi sconvolge la vita. Però, in effetti, da buon italiano e romano anche io ho una vita complicata e una famiglia difficile». Ma com'è avere una fidanzata lontana che, invece di starsene a debita distanza, ti appare pure come un ologramma? «In effetti all'inizio pensi di essere matto, di avere qualcosa di patologico, poi la cosa diventa simpatica». Per Tiberi (nel suo curriculum di cinema e tv da Immaturi ai Ris) è la prima volta su un set internazionale, «e mi trovo bene, perché è un progetto diverso dal solito, che mi aiuta a crescere». A Megan, invece, non fa alcun effetto tele-trasportarsi da una città all'altra: «A tutti piace stare fuori dalla realtà, no?». Lei, che non è andalusa, ha dovuto in pochi giorni imparare i passi del Flamenco e l'accento di Siviglia, ma, olè, cosa volete che sia «basta stare su un set, con un buon regista e tutto è a posto».

In realtà la struttura fantasy serve per dividere il racconto esattamente a metà tra Spagna e Italia. «Per la prima volta - spiega Cesarano - siamo partiti da una idea, da una trama, da una sceneggiatura per poi arrivare alla cooperazione. Prima, due broadcaster si mettevano d'accordo per condividere le spese e poi affidavano a qualcuno il compito di trovare una trama. Con questa fiction abbiamo fatto l'inverso. Ed è questa la cosa più interessante per noi in prospettiva futura». In una situazione in cui la concorrenza si fa sempre più spietata (lo sbarco italiano di Netflix per fare un esempio) la co-produzione diventa non solo necessaria, ma obbligatoria per unire le forze e i budget. «Se questo esperimento, facilitato dalla collaborazione con una tv a noi vicina (Mediaset España è controllata al 50 per cento da Mediaset) si mostrerà vincente - continua il direttore della fiction - potremo proporre altri progetti a player francesi, inglesi e tedeschi». Sempre con l'obiettivo «local», cioè raccontare storie legate al territorio dei paesi coinvolti.

Ma tutta la fiction Mediaset sta prendendo una strada diversa, più attuale. «Stiamo sviluppando 25/30 progetti per allargare l'offerta. E quindi immetteremo delle serie crime, legal e family. Produzioni che si vedranno in onda nel 2018/2019.

Senza mettere da parte ovviamente la nostra tradizione narrativa romantica o di impegno civile (esempio la serie Liberi sognatori) perché - conclude Cesarano - non bisogna dimenticare che la fiction moderna nasce su Mediaset con Distretto di polizia e in Rai con Don Matteo. La maggior parte degli sceneggiatori che adesso scrivono per Sky o Netflix vengono da lì».

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