Riccardo Scamarcio: "Con Reeves tento la carta internazionale"

Riccardo Scamarcio: "Con Reeves tento la carta internazionale"

Montecarlo. Non si può certo dire che non ce l'abbia messa tutta Riccardo Scamarcio per uscire da un certo pregiudizio che gli si era appiccicato addosso quando venticinquenne, nel 2004, aveva girato Tre metri sopra il cielo di Luca Lucini dal bestseller di Federico Moccia. «Tutti siamo vittime dei pregiudizi altrui, è un meccanismo assolutamente naturale, il tempo poi stabilizza le cose», confida l'attore che al festival di Montecarlo ha ricevuto il premio alla carriera, una delle più significative del nostro Paese che ora inizia pure a starle stretta: «Sono andato all'estero anche per la volontà di confrontarmi con luoghi e con persone che non sanno chi sono ed è fantastico. È stato come ricominciare tutto da capo».

Aveva iniziato a recitare in inglese nel 2007 sul set di Go Go Tales di Abel Ferrara, girato a Cinecittà, e ora tenta il grande salto internazionale non solo con Andorra, dell'australiano Fred Schepisi, ma soprattutto con John Wick - Capitolo 2 di Chad Stahelski, in uscita da noi il 16 marzo mentre negli Stati Uniti ha incassato ben 80 milioni di dollari, che lo vede protagonista accanto al leggendario sicario John Wick interpretato da Keanu Reeves: «E pensare che mi hanno preso grazie a un autoprovino inviato dal cellulare mentre ero nella campagna pugliese a molare le olive. Ricordo che sul set a New York per un disguido non mi avevano fatto cenare: dopo la mezzanotte toccava a me, sono entrato in scena rabbioso e forse grazie anche a questo non ho sbagliato un ciak». Uomo dalle idee chiare, Scamarcio da qualche anno fa il produttore di film di grande qualità che purtroppo non riescono a trovare lo spazio che meritano.

L'esempio più recente è quello di Pericle il nero di Stefano Mordini, uno dei film più estremi degli ultimi anni, in cui era anche protagonista: «Il prossimo film che produrrò sarà una commedia ma non posso pensare di fare solo film che incassano, il vero problema è il mercato italiano con l'82 per cento di film stranieri. E non vedo nessuno che riesca a combattere questa stortura, né lo Stato, né i produttori».

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