Un risarcimento da milioni di euro per scrivere, una volta per tutte, la parola fine sullo scandalo dell’intervista del 1995 a Lady Diana. È la proposta della BBC alla royal family, un prezzo alle rivelazioni della principessa del Galles che aiuterà i più bisognosi.
Il prezzo del perdono
La BBC cerca un riscatto, un modo per farsi perdonare l’intervista che Martin Bashir ha estorto con l’inganno a Lady Diana. Secondo le ricostruzioni dei tabloid e dell’inchiesta interna all’emittente, la quale stabilì che l’intervista era stata ottenuta con “metodi disonesti”, il giornalista presentò alla principessa false ricevute di pagamento con le quali le fece credere di essere costantemente spiata dal suo entourage per conto dei servizi segreti britannici. Non si fermò a questo. Convinse Diana che il principe Carlo la tradiva con la tata di William e Harry, Tiggy Legge-Bourke e che quest’ultima era rimasta incinta, ma non era riuscita a portare a termine la gravidanza.
Per rendere più credibile la bugia, mostrò alla principessa una ricevuta medica da cui risultava che la tata avrebbe avuto un aborto terapeutico. Lady D., già provata da anni di matrimonio pieni di infelicità e sull’orlo della paranoia, credette a tutte queste menzogne. Fragile com’era, non si rese conto di essere vittima di un crudele imbroglio, architettato da Bashir con l’unico scopo di ottenere di visibilità e soddisfare le sue ambizioni. Il 20 novembre 1995, davanti a 23 milioni di telespettatori sintonizzati sul programma “Panorama”, Lady Diana confessò la rabbia per il “matrimonio affollato” con Carlo, la liaison con il capitano James Hewitt, i problemi causati dalla bulimia e dalla depressione. Rivelazioni così intime e scomode non le aveva mai pronunciate nessun membro della royal family. Lady Diana ruppe un tabù, ma a un prezzo troppo alto, quello del suo futuro.
Il primo a smascherare la manipolazione perpetrata da Martin Bashir su Lady Diana fu Charles Spencer, fratello della principessa, che puntò i riflettori sulla vicenda. Anche William e Harry diedero man forte allo zio. Il duca di Cambridge dichiarò alla fine dell’inchiesta: “La BBC…ha contribuito alla paura, alla paranoia degli ultimi anni di vita di mia madre. L’intervista è stata un fattore importante che ha contribuito a peggiorare la relazione dei miei genitori…Mia madre è stata tradita non solo da un giornalista canaglia, mai vertici della BBC che girarono la testa, invece di fare domande scomode”. Harry fece eco al fratello: “L’effetto a catena di una cultura mediatica di sfruttamento e pratiche non etiche alla fine le hanno tolto la vita. Nostra madre è morta per questo. Nulla è cambiato”.
Pubblica ammenda
La BBC è consapevole tanto del dolore causato con quell’intervista ai figli della principessa, quanto dell’indignazione popolare dopo la scoperta della trappola ordita da Martin Bashir ai danni di Lady D. Così, scrive il Daily Mail, l’emittente ha deciso che risarcirà i Windsor con 1,75 milioni di euro. Una somma incredibile che sarà devoluta a un’associazione benefica scelta proprio dalla royal family. Denaro per cercare di fare giustizia. Del resto Martin Bashir non ha nemmeno chiesto scusa alla memoria di Diana. Ha solo tentato di difendersi, di giustificarsi dichiarando al Sunday Times: “Non ho mai voluto fare del male a Diana in alcun modo e non credo di averlo fatto. Sono profondamente dispiaciuto” e ha aggiunto: “Tutto quello che abbiamo fatto riguardo all’intervista è stato come voleva lei. Dal momento in cui voleva lanciare un avvertimento al Palazzo reale a quando è stata trasmessa, fino al suo contenuto”.
Bashir, però, finge di dimenticare che l’intervista fu la conseguenza del suo comportamento disonesto e che rimarrà per sempre, anche per questo, un pezzo di storia tragica della breve esistenza della principessa del Galles.
Ormai rimangono solo domande: la sofferenza causata a Diana e a tutta la famiglia può avere un prezzo? Niente e nessuno restituirà alla principessa, a William e a Harry gli anni perduti, né sarà possibile cancellare il passato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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