Ritornano i moschettieri e sono molto «rock» Piacerebbero a Dumas

La serie della Bbc approda sugli schermi di Italia 1. Tra duelli, amorazzi e colpi di scena raccontano il Seicento come in un videoclip. Ma alla fine colgono lo spirito del tempo

Da sinistra Howard Charles (Porthos), Luke Pasqualino (D'Artagnan), Tom Burke (Athos)  e Santiago Cabrera (Aramis)
Da sinistra Howard Charles (Porthos), Luke Pasqualino (D'Artagnan), Tom Burke (Athos) e Santiago Cabrera (Aramis)

Ci sono grandi classici che funzionano sempre. Hanno trame, o meglio ancora canovacci, inossidabili. Quindi quando gli si dà una bella spolverata, senza esagerare, si rimettono a funzionare immancabilmente. È il caso de I tre moschettieri di Alexandre Dumas (padre) e di Auguste Maquet. Questo testo nato a puntate sul quotidiano francese Le siècle nel 1844 e trasformatosi poi in una trilogia ha azzeccato un mix tra avventura, cameratismo, e sentimenti rimasto ineguagliato. Funziona benissimo anche sullo schermo: basta pensare al fatto che tra piccolo e grande schermo i personaggi di Athos Porthos Aramis e d'Artagnan sono stati clonati più di una ventina di volte. Piaccia o non piaccia agli intellettuali, quelli che «il romanzo di cappa e spada mai!», resta valido il giudizio di Benedetto Croce: «Da parte mia, non provo il rossore di cui altri sentirebbe inondato il volto nel dire che mi piacciono e giudico condotti con grande brio e spigliatezza i Trois mousquetaires di Alessandro Dumas padre».

Ecco allora che con la benedizione di Don Benedetto ci si può mettere a guardare con grande allegria la serie The Musketeers prodotta dalla BBC che andrà in onda a partire dal 19 dicembre ogni venerdì in prima serata su Italia 1. I dieci episodi (ma la BBC sta gia preparando una nuova stagione) prodotti da Jessica Pope e Adrian Hodges, e girati in larga parte a Praga -città che a differenza di Parigi di secentesco ha conservato molto-, dall'originale hanno rubato soprattutto i «caratteri», il canovaccio appunto. Per il resto produttori e registi hanno giocato in libertà per potersi consentire un minimo di colpi di scena. Il che è comprensibile visto che basta una inquadratura di carrozza con dentro qualcuno vestito di rosso e già uno sa che quello è il cattivissimo Richelieu (un signore a cui la Francia deve qualcosa ma che Dumas ha «rovinato» per sempre). Il risultato? Una serie veloce dove si spara e si spadeggia molto. Ritmo altissimo, quasi da videoclip, con colonna sonora che si fa notare. Soprattutto si è mantenuta una caratteristica dei telefilm «popular». La storia è a bassa intensità, anche se uno salta i primi tre episodi non è che partendo dal quarto si trova sperduto. Al debutto inglese i critici con più puzza sotto il naso un po' infatti il naso l'hanno storto. Così ad esempio sul Guardian : « Assassin's Creed per la tv».

Però il naso non l'hanno storto i telespettatori inglesi, a partire dalla prima puntata che ha debuttato con più di 9 milioni di spettatori, per poi stabilizzarsi su una media di 6 milioni a serata. Anche meglio l'accoglienza negli Usa. Perché, va detto, il ritmo spumeggiante e il tintinnar di spade (o il frusciare di setose sottane) non fanno torto all'originale. Non si ha mai la sensazione che i personaggi siano distorti - la si aveva ad esempio guardando il Leonardo spadaccino di Da Vinci's Demons . E poi una parola va spesa per la ricostruzione storica di vestiti, armi e ambienti. Su questo la BBC non perde mai un colpo. Le pistole a ruota, i fucili a tromba, le spade: tutto come uscito da una armeria dell'anno del signore 1630. I vestiti, anche quando vi sembrano un po punk, pescano ampiamente dalla moda del primo Seicento in modo piuttosto filologico. Era un'epoca in cui l'eccesso, la pelle lavorata e gli stivaloni erano di rigore (a volte persino per le signore).

E anche nei testi religiosi era tutto un raccomandarsi di non girare armati (le dame di stiletto). Ergo potete sedervi felici sul divano a fare il tifo per D'Artagnan, e se qualcuno storce il naso dite che ve lo consiglia Benedetto Croce e spiegategli cos'è una pistola a ruota.

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