La presenza di Rula Jebreal al festival di Sanremo è stata controversa. C'è stato anche un momento di stallo, quando la Rai sembrava sul punto di stracciare il contratto della giornalista. Si è gridato alla censura preventiva da parte dell'azienda di Stato e degli esponenti politici che ne hanno criticato l'ingaggio alla luce delle sue precedenti esperienze televisive in Italia e all'estero.
Alla fine il contratto c'è stato, Rula Jebreal ha firmato ma non ha voluto specificare a quanti zeri fosse il suo ingaggio, ed è salita sul palco del teatro Ariston dove ha fatto il suo tanto atteso discorso in favore delle donne. Un monologo lungo e appassionato, scritto con una squadra di autori e di altri giornalisti, che a parte la sua (rispettabile) esperienza familiare ha aggiunto poco alle tante battaglie contro le violenze che ogni giorno portiamo avanti in Italia. Concita Borrelli per Il Messaggero ha analizzato in modo approfondito la presenza di Rula Jebreal alla 70esima edizione del festival di Sanremo, compreso il suo ruolo nello scacchiere degli ospiti di Amadeus.
"C'era una volta lei, Rula Jebreal, la cui venuta venne annunciata nel bel mezzo dei preparativi come fosse l'Epifania. Lei che è una tra le consigliere di Macron per i diritti delle donne. Grande esperta di politica internazionale in assenza di prove", scrive la Borrelli, che nella sua disquisizione sottolinea come Rula Jebreal sia una grandissima esperta di pubbliche relazioni grazie alle sue frequentazioni altolocate negli ambienti che contano, quelli dove si ritrovano le personalità di spicco e potenti e dove poter stringere le amicizie giuste. “Un banchiere, il suo ultimo marito. Calata dall'alto con quel sorriso alternato al broncio di chi ostenta il senso del sacrificio con la stessa velocità con cui frequenta party e front row. Lei tutta la vita contro Trump”, continua la Borrelli, mettendo in evidenza alcune discrasie nell'immagine di Rula Jebreal.
La giornalista e autrice televisiva ricorda come una certa fetta di opinione pubblica fosse in trepidante attesa per il discorso di Rula Jebreal, la donna che viene da lontano e che ha alle spalle un enorme bagaglio tale da poter dare un discorso ampio, profondo e unico contro la violenza sulle donne: "Deve assolutamente dirci qualcosa sulla violenza contro le donne. Non mandatela indietro, questa donna-madre che in Italia ha frequentato salotti, Leopolde e Tv, poi l'amore ce l'ha portata via! E quando parlerà la nostra vita cambierà per sempre." Concita Borrelli parte da questo per poi fare una riflessione sull'attuale situazione in Italia nella battaglia contro la violenza sulle donne, mettendo l'accento sul fatto che secondo alcuni nel nostro Paese serviva il monologo di Rula Jebreal per parlare di una piaga così grave, contro la quale i media tutti sono uniti e compatti nel trasmettere messaggi e promuovere iniziative.
"Rula però è il Verbo. Il Verbo e due leggii. Bianco e nero. Uno per la storia personale della sua mamma per la quale il nostro rispetto è profondo e la riflessione doverosa. E lì la signora Jebreal aggrega rabbia e impartisce lezione come fosse ad una convention americana. Il suo sogno nel cassetto", dice la Borrelli, che vede in Amadeus quasi una vittima di un clima esageratamente inacidito contro gli uomini, che per la paura delle accuse di sessismo vengono privati della libertà di parola. "Caro Amadeus, per te e per tutti coloro che sono costretti a scuse, attenzioni, inchini e standing ovation alla schiera delle Rula Jebreal che affollano convegni e talk, arriverà il giorno di un #metoo. Potrai dire Bella ad una ragazza bella. Potrai dire Non sono d'accordo ad una donna che rivendica posizioni.
Potrai dubitare delle vicende di tutte quelle fanciulle che con Harvey Weinstein hanno condiviso foto e party. Rula compresa.", chiude Concita Borrelli, ricordando un aspetto della vita della giornalista che troppo poco risalto ha avuto nell'esaltazione del personaggio per la sua venuta a Sanremo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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