Battute, show e musica: la finale del festival

Svelata la triade finalista della settantesima edizione del Festival di Sanremo. A breve sarà dichiarato il vincitore

Battute, show e musica: la finale del festival

Un inizio in grande stile per la serata finale del Festival di Sanremo che si apre con l'entrata in scena, dalla scalinata del teatro, della banda dell'Arma dei Carabinieri che ha suonato l'Inno di Mameli. "Un simbolo che unisce tutta l'Italia - è la presentazione di Amadeus - che quest'anno compie cent'anni dalla sua fondazione". Tutto il pubblico (molti dei presenti con la mano sul cuore) ha seguito la banda diretta dal maestro Massimo Martinelli cantando in trepidante attesa di una finale che verrà combattuta dagli artisti in gara fino all'ultima nota.

Le gag di Fiorello e Amadeus

Il primo ospite che ha scaldato l'Ariston è Mara Venier. Accolta dagli applausi dell'Ariston la "regina della domenica" raggiunge Amadeus scendendo le scale, per praticità, a piedi nudi (guarda la gallery). "Ieri quando ho visto la caduta di Gavi mi sono spaventata", dice lei sbagliando il nome di Ghali. E poi l'abbraccio con il conduttore ("Sono felicissima per te") che poi le consegna le chiavi di tutti i camerini del teatro sanremese dal momento che domani Domenica In andrà in onda proprio da lì. "Si ma non vorrei fare domattina - scherza la Venier - dimmi che intenzioni hai". E di scherzare è sicuramente in vena anche Fiorello che inizia, sin dalle prime battute della serata, a fare da mattatore: "Ieri sera c'erano cose mai viste... Morgan che inseguiva Bugo, Rita Pavone che giocava a burraco con Dua Lipa, Pelù che struccava Achille Lauro. Il figlio di Amadeus quando è iniziato il festival aveva otto anni e oggi ne ha undici". Lo showman è un fiume in piena: "Questo è il festival più bello di tutti, sono spariti tutti... Salvini, Zingaretti, ho visto Floris che parlava di pensioni con Elettra Lamborghini. Tutto merito di quell'uomo pazzesco (Amadeus, ndr)". Ne ha anche per chi già si diverte a fare il totonomi per l'anno prossimo. "I vertici della Rai ci hanno proposto di fare il Sanremo bis, la risposta la daremo alla fine di questa puntata cioè la settimana prossima". Anche Amadeus risponde divertendo il pubblico e vestendo una parrucca bionda alla Maria De Filippi (guarda la gallery). "Sembri Montezemolo ossigenato", ride Fiorello che, chiedendogli l'imitazione di Celentano, lo spinge a ballare come il Molleggato in Juppy Du. "Sembri Enzo Paolo Turchi", gli dice poi. Il finale del siparietto è un omaggio a Gianni Morandi. I due, per l'occasione, si ribattezzano "Amarello" (crasi tra Amadeus e Fiorello) e cantano Un mondo di amore sdoganando anche l'ugola del direttore artistico.

Amadeus e Fiorello

Il monologo di Ferro sui 40 anni

"Non sono sbagliato. Nessuno lo è. Non accetto speculazioni sul tema. Non provateci nemmeno. Ho 40 anni ormai". Il monologo di Tiziano Ferro, con cui introduce il brano Alla mia età per poi eseguire un medley di tre tra i suoi più grandi successi (Non me lo so spiegare, Ed ero contentissimo e Per dirti ciao), è interamente dedicato ai quaran'anni che il cantautore di Latina compirà tra pochi giorni, il 21 febbraio. "A quarant'anni, per la prima volta ho sognato Dio - racconta - aveva il viso di un adolescente e mi diceva che ho strappato a morsi la vita che volevo. A 40 anni, ho scoperto che non voglio essere una persona alterata dal male. Dove l'arroganza urla, il silenzio elegantemente afferma". Poi fa un cenno ai genitori e all'amore: "A quarant'anni ho imparato che non bisogna negarsi all'amore del padre e della madre, mai, né per orgoglio né per timore. L'amore è un lavoro lento e faticoso, fatto di mediazione e di pazienza. Basta ascoltare. A 40 anni so che nessuno può vedere quanto è bello l'amore se non condividi col mondo il tuo sorriso da innamorato".

Nel suo discorso di congedo dall'Ariston, Tiziano Ferro racconta di averci messo quarant'anni ma di sapere, arrivato a questo punto, che "il brutto tempo non esiste". "È tutto un susseguirsi di stagioni. Solo questione di ripararsi o scoprirsi al momento giusto", incalza. "A quarant'anni guardo il mondo attraverso il filtro delle mie cicatrici. E grazie a loro curo le ferite che arriveranno - continua tutto d'un fiato - ho quarant'anni e voglio dire al mondo che nessuno dovrebbe mai decidere di vivere soffrendo. E nessuno dovrebbe mai voler morire". Perché, prosegue il catautore, "subire non è una disgrazia, è una scelta. E la felicità non è un privilegio, è un diritto. A quarant'anni penso proprio non ci sia bisogno di raccontare da che parte sto. La mia storia si scrive da sé. Maniacalmente innamorato delle persone, tutte. Estremista da sempre dalla parte dei deboli". E conclude: "Dio non commette errori. E non credo abbia iniziato il 21 febbraio 1980". Ovvero, il giorno del suo compleanno.

Achille Lauro è Elisabetta I

Per il gran finale del Festival Achille Lauro va in scena vestito dalla regina Elisabetta I Tudor e conclude la performance sulle note di Me ne frego baciando sulla bocca il chitarrista Boss Doms. "Lui è talmente avanti che siamo già a lunedì", scherza Fiorello al termine dell'esibizione. Un omaggio molto pop che incornicia il volto del cantante tra decine di perle.

"Sono stato molto colpito dalla sua indipendenza di cui aveva fatto un vero e proprio baluardo", spiega all'agenzia Adnkronos sottolineando come la regina riuscì a tener testa agli uomini con cui si confrontava: "Lo faceva anche attraverso il suo aspetto, indossando abiti larghi sulle spalle, per rendere la propria fisicità imponente quanto la propria personalità e per non essere mai inferiore ai propri interlocutori maschili".

Achille Lauro

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