Sono passati trent’anni dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio, lunga e calorosa standing ovation a Sanremo 2022 per ricordare le vittime di mafia. Tutto il pubblico dell’Ariston si è alzato in piedi alla lettura dei nomi delle persone che hanno perso la vita, a partire dai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, passando per Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Ospite della terza serata del Festival, Roberto Saviano ha voluto ricordare le stragi mafiose con un lungo intervento, citando anche il caso di Rita Atria, la giovane collaboratrice di giustizia uccisasi a 17 anni, una settimana dopo la morte di Borsellino.“La loro storia è parte della nostra memoria collettiva”, ha ricordato lo scrittore: "Per tutti noi sono simboli di coraggio, che è sempre una scelta, di fronte alla necessità di cambiare le cose si può scegliere o lasciar perdere, ma non scegliere è rendersi complice".
Celebrati come eroi, Falcone e Borsellino, ma anche accusati all’epoca di spettacolarizzare il loro lavoro. “Di Falcone si arrivò a dire che la borsa con 58 candelotti all'Addaura se l'era messo da solo: non c'erano i social ma c'erano gli haters”, le parole dell’autore di Gomorra. La neutralità non tiene in sicurezza, ha proseguito Saviano, rimarcando che il silenzio favorisce le mafie e chi le contrasta.
Ma c’è speranza verso il futuro, ha concluso: “Se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo”.Grande, grandissima commozione nel ricordo di Falcone e Borsellino, omaggiati con un altro lungo applauso.
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