Scandali a corte per I Tudors. La vera storia di Enrico VIII

Tutta la serie completa dei Tudors è su NowTv dal primo novembre. Di grande successo tra il pubblico, la serie è criticata per le sue inesattezze storiche

Scandali a corte per I Tudors. La vera storia di Enrico VIII

C’è un grande interesse da parte del pubblico in merito ai corsi e ricorsi delle famiglie reali inglesi. In tv sono tante le rappresentazioni in serie che hanno raccontato il nostro stesso passato attraverso le storie dei regnanti che si sono succeduti sul trono inglese. L’Inghilterra da sempre è stata l’ago della bilancia per gli assetti politici dell’Europa. Tra le tante produzioni che abbiamo visto sui nostri schermi oggi è celebre l’epopea di The Crown che si focalizza sul regno di Elisabetta II, ma è famosa anche la saga teen di Reign su una giovane Maria di Scozia, senza dimenticare il fuelletton di Victoria sul regno longevo della regina Vittoria. Ma non è tutto. A inizio anni 2000, esattamente nell’aprile del 2007, debuttava in tv una serie di grande successo che ha avuto l’ardire di raccontare – con i suoi pregi e i suoi difetti – il regno turbolento di Enrico VIII. Stiamo parlando dei Tudors.

In onda negli States dal 2007 al 2010 per un totale di 38 episodi suddivisi in 4 stagioni, la serie è stata il fiore all’occhiello della Showtime Tv – lo stesso network a pagamento che ha trasmesso la saga di Dexter – ed è stata la prima produzione in costume di Michael Hirst, sceneggiatore e regista che conosce a fondo le dinamiche delle dinastie imperiali. I Tudors sono arrivati anche qui in Italia, sia su Canale 5 su La5. Dal primo novembre del 2021 la serie completa è disponibile su NowTv per un lungo viaggio nella corte inglese del 1500, tra scandali, sesso e intrighi. Protagonista indiscusso è Jonathan Rhys Meyers, attore inglese dal temperamento fuori dagli schemi, che ha interpretato Enrico VIII. Amata dal pubblico ma non tanto dalla stampa di settore, la serie è stata criticata per le sue continue inesattezze storiche. Eppure, nonostante tutto, la rievocazione sulla vita dei Tudors è un bellissimo peccato di gola di cui non si può fare a meno.

Il Re che ha "spaccato" la Chiesa di Roma, la trama della serie tv

Trattandosi di una ricostruzione molto sontuosa, che miscela i tratti di una soap-opera con fatti storicamente accaduti, non è facile destreggiarsi tra le maglie del racconto dei Tudors. È una serie complessa che affronta diverse tematiche – soprattutto quelle di natura politica, sociale e religiosa – soffermandosi in maniera capillare nel tratteggiare la figura di Enrico VIII, il sovrano inglese che nel corso del suo regno è stato il fautore dello strappo con la Chiesa di Roma, dando origine allo Scisma Anglicano.

I Tudors iniziano in medias res. Ci troviamo nel 1523 e conosciamo un Enrico VIII già sposato con Caterina d’Aragona alle prese con una grave crisi politica. Nonostante il matrimonio consolidato, il re non riesce a garantire all’Inghilterra una stabilità del regno. È una delle sue tanti amanti, tale Bessie Blount, mette al mondo un figlio illegittimo. La nascita porterà con sé una lunga scia di intrighi di palazzo per non creare ulteriori attriti con la Chiesa. È con la seconda stagione della serie però che la storia dei Tudors entra nel vivo. Con l’entrata in scena di Anna Bolena (Natalie Dromer, una delle star di Game of Thrones), prima amante e poi regina consorte di Enrico VIII, gli scenari cambiano tanto da essere causa di gravi sconvolgenti politici e religiosi che hanno dato origine, nel 1534, alla frattura tra la Chiesa inglese con le autorità della Chiesa Cattolica romana.

Una versione pop e spregiudicata sulla dinastia dei Tudors

Fisici da copertina, sguardi languidi, desideri di voler costruire un mondo migliore, scene di sesso audaci e bollenti, storie di amori lussuriosi e proibiti: così si presenta al pubblico dinastia dei Tudors. Alle vicende storiche e politiche, si mescolano le storie intime e personali di un re dal carattere forte, passionale e consapevole di essere un uomo di potere, che gioca con la vita degli altri solo per proteggere il trono e la prosperità della dinastia.

Seppur la storia in sé sia molto arzigogolata e, a volte, si faccia fatica a seguire le vicende – dato che si mescolano un’infinità di personaggi che entrano ed escono dalla corte di Enrico VIII – I Tudors resta un ottimo esempio di drama storico che strizza l’occhio alla contemporaneità. Non prende le parti di nessuno e non si schiera a favore di nessuno. Con tutte le attenuanti del caso, tratteggia un audace ritratto della storia moderna, evidenziano i meccanismi, i giochi di potere e le passioni che nascono (e muoiono) tra le mura di palazzo.

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Perché vedere la serie tv?

Non è uno show televisivo esente da difetti. I Tudors è un racconto molto complesso, dai dialoghi lunghi e pieni di pathos, ma colpisce per una rappresentazione piuttosto fedele della realtà dell’epoca. Gli anni di Enrico VIII erano tempi bui, eppure già si nota quella voglia di guardare al futuro e rompere con gli schematizzi del passato. È una serie curata nella regia, nelle interpretazioni e nella scenografia, come negli abiti e nel fotografica del "lifestyle" inglese. Da vedere perché è coinvolgente, è intrigante, è peccaminosa e perché regala al pubblico una tra le interpretazioni migliori di Jonathan Ryes Meyers, nei panni di un Enrico VIII sexy, calcolatore e amante delle belle donne.

Chi era nella realtà il secondo monarca della dinastia

Nei libri di storia, il discendente della monarchia dei Tudors viene descritto come un uomo dal temperamento instabile, che passava da un letto all’altro con estrema facilità – anche se all’epoca era quasi una consuetudine – e che aveva un grande rispetto per chiesa e i suoi dogmi ma non per il Papa e i suoi interessi economici. Nei primi tempi è stato un oppositore delle teorie di Martin Lutero, il riformatore religioso e fautore del protestantesimo; tanto è vero che Enrico VII da Papa Leone X ha ottenuto anche il titolo di Difensore della fede.

È stato sposato ben sei volte ed è stato un sovrano dal "potere assoluto", in cui secondo la giurisprudenza dell’epoca si è investiti di un controllo totale sui poteri legislativi, esecutivi e giudiziari. Anche se all’inizio del suo regno si era apposto a Lutero, successivamente è stato il fondatore della Chiesa Anglicana, nata dal quello scisma con la Chiesa di Roma, un evento che ha messo in moto, anche dopo la sua morte, gravi problemi con il papato e i fedeli di professione cristiana.

Tutte le inesattezze storiche: Enrico VIII non era coetaneo di Anna Bolena

Nonostante la bravura di cast e crew, c’è da dire che la serie sui Tudors è piena zeppa di falsi storici. Una scelta, come avrebbe rivelato lo sceneggiatore capo, dettata solo dal fatto di rendere la narrazione appetibile a un pubblico generalista. Ad esempio, il re è stato da sempre definito sovrano d’Inghilterra e d’Irlanda. Tuttavia il titolo di "re d’Irlanda" è stato concesso non prima del 1541 e la serie tv è ambientata molti anni prima. Inoltre, Caterina d’Aragona nella realtà è di 5 anni più vecchia del re, nella serie invece appare come una sua coetanea. Lo stesso discorso vale per Anna Bolena. Descritta come una femme fatale, storicamente era molto più giovane del sovrano e non era che una pedina di Sir Thomas Boleyn.

È c’è anche una rilettura sulla vicenda di Anne Strafford.

Nella prima stagione della serie è l’amante di Charles Brandon, cortigiano e duca di Suffolk, ma alcuni libri di storia riportano che è stata la prima compagna di letto di Enrico VIII. E infine, molto spesso viene nominato il figlio di Carlo V, ma il personaggio non è mai esistito, dato che l’arciduca d’Austria ha avuto solo Filippo come figlio naturale.

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