Ma la musica dei Maneskin quando arriva?

Si parla dei Maneskin perché salgono sul palco con abiti succinti, per usare un eufemismo. Ma quando si parlerà di loro per la musica?

Ma la musica dei Maneskin quando arriva?
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Evviva i Maneskin. Sì, cioè, forse. Sono indubbiamente la band italiana che ha riscosso maggior successo nel mondo, almeno negli ultimi anni. A ogni loro concerto ci sono folle acclamanti di giovani e giovanissimi che li venerano come dei. Da italiani, non possiamo che essere orgogliosi di questi quattro ragazzi che dalle strade di Roma sono arrivati fino ai palchi più prestigiosi, facendo quella gavetta che oggi molti loro coetanei cercano di evitare sfruttando il potere dei social. Quindi, di questo ne va dato atto ai Maneskin. Ma se parliamo di musica, allora è un'altra cosa. Nel momento in cui di una band si parla di più per il look che per le canzoni che propone, vuol dire che a livello artistico da quelle parti c'è qualche carenza.

Un esempio? Il galà Mtv, in Usa, per i Video Music Awards. Da giorni si parla dell'esibizione dei Maneskin, che hanno vinto il premio per il miglior video originale. Ma non se ne parla per lo straordinario apporto artistico della band romana ma solo perché Damiano, il frontman, ha indossato un paio di chaps con un perizoma a vista, mostrando il suo sedere a tutto il pubblico. E perché, ma questa non è una novità, Victoria, la bassista, è andata in scena con solo dei cerotti a coprire i capezzoli, dei quali uno è saltato via durante l'esibizione, lasciandola a seno nudo.

C'è qualcosa di male? No, certo. Tuttavia, oggi che i Maneskin si lamentano di una ipotetica censura, dicendo di essere "troppo sexy per MTV" dovrebbero forse ricordare che esistono delle regole e negli Stati Uniti, dove è stato trasmesso lo spettacolo, sono particolarmente stringenti sul nudo. Un po' più di umiltà e di tessuto in più, forse, avrebbero permesso al pubblico di concentrare l'attenzione sulla loro musica e non su quello che indossavano, o non indossavano. O, forse, era proprio questo l'obiettivo? Si può fare musica ed essere alternativi anche senza avere le tette o le chiappe al vento, Jimi Hendrix ne è un esempio. Si parla di lui anche perché bruciava le sue chitarre sul palco per diletto dei fan, ma dietro c'era un universo musicale straordinario.

Quando si alza (solo) l'asticella dello spettacolo con trovate che fanno parlare di tutt'altro, fuorché di musica, forse di musica è meglio che non si parli. E allora continuiamo a idolatrare i Maneskin per i loro look, per una presunta libertà e per quant'altro, solo perché salgono nudi sul palco. Ma chiamiamoli perfomer, non musicisti.

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