L’ombra del dubbio e del sospetto. La colpa di essere una giovane ragazza che vuole essere adulta a tutti i costi. Si muove sul filo del rasoio il mistery drama, intitolato Guilt, che dal primo agosto è disponibile nel catalogo italiano di StarzPlay. La serie tv nata da una collaborazione tra Inghilterra e America, è andata in onda negli States dal giugno del 2016 sul network satellitare della Freeform dopo che è stata bocciata dalla FOX. È arrivata in Italia l’anno successivo, nel 2017, su Netflix ed è rimata nel catalogo del colosso dello streaming fino a qualche mese fa. Dopo un breve periodo di assenza torna onweb per il pubblico selettivo di StarzPlay, il network telematico che da qualche tempo sta prendendo piede in Italia come contenitore di intrattenimento e abile competitor.
Di Guilt è stata realizzata solo una stagione da 10 episodi. Poi è stata cancellata a causa di ascolti per nulla esaltanti, lasciando alcune vicende incompiute. Nonostante tutto, convince perché miscela le tematiche teen a quelle di una tesissima indagine poliziesca. Ma è stata criticata perché la storia ricorda molto da vicino la vicenda giudiziaria di Meredith Kercher.
Un omicidio sotto il cielo di Londra: di cosa parla la serie tv
In un attimo la vita di Grace viene stravolta. Da giovane ragazza americana privilegiata che vive e studia a Londra, diventa la prima (e unica) indiziata per l’omicidio di Molly. Trovata morta in un bagno di sangue nell’appartamento che condivideva con Grace, fin dalle prime indagini emerge un quadro piuttosto complicato che subito mette la giovane in cattiva luce. Natalie, sorella più grande di Grace, è l’unica che crede nella sua innocenza. Ma non è tutto.
Grace è come se vivesse una doppia vita. Di giorno è una studentessa modello, di notte è un’assidua frequentatrice di un sex club elegante ma depravato in cui solo le persone più altolocate della città hanno libero accesso. Abitudini che erano affini a quelle della vittima. Come Grace, la stessa Molly aveva tanti scheletri nell’armadio che vengono tirati fuori da Stan Gutterie (Billy Zane, il cattivo del Titanic), avvocato assunto da Natalie e dal patrigno di Grace solo per far luce sulla complicata vicenda e salvare Grace da una pesante accusa. In questo contesto, è la stampa scandalista che rappresenta l’ago della bilancia nella vicenda. La giovane si è trovata al posto sbagliato e al momento sbagliato, oppure può essere per davvero l’unica colpevole per quel brutale omicidio?
Innocente fino a prova contraria
La narrazione di Guilt non si muove mai su un binario ben definito. Si alternano voci, storie, pensieri e parole. Ognuno vuole dire la sua, e ognuna di queste ritiene di essere la titolare di una sacrosanta verità. In realtà, la serie tv è un vero e proprio puzzle di idee in cui ogni tassello è importante per sciogliere il nodo alla matassa. Le intenzioni iniziali sono più che buone, lo svolgimento però lascia un po’ a desiderare. C’è troppa carne sul fuoco, troppe storie che si mescolano a quella principale, tanto è vero che con lo scorrere degli episodi la narrazione non riesce più a trovare la sua retta vita.
Si inerpica in territori inesplorati e, alla fine, la vicenda stessa va a sbattere sempre su gli stessi temi, molto cari a chi racconta in tv storie di giovani dissipati. Infatti, come la maggior parte dei prodotti di genere, anche Guilt finisce per seguire una moda dilagante che non ha più ragione di esistere. La tematica mistery è solo un espediente per continuare a raccontare i soliti vizi e le virtù dei ragazzi di oggi. Tutti presi da alcol, droghe, eccessi, sesso e chi più ne ha più ne metta. E la tentacolare città di Londra fa da sfondo a questa vicenda inusuale, ma che sul web ha trovato un buon bacino di utenti. Come al solito.
Quella somiglianza con il caso di Meredith Kercher
Gli ascolti sono stati impietosi. 400mila spettatori a episodio sono troppo esigui per dare agio alla serie di continuare la corsa in tv. A pesare sono state le aspre critiche che Guilt ha ricevuto da parte della stampa, critiche che hanno influito negativamente sul suo successo. In molti hanno notato come la vicenda sia molto vicina a un fatto di cronaca giudiziaria che ha sconvolto l’opinione pubblica mondiale. Pare che la serie tv abbia preso qualche spunto dall’omicidio di Meredith Kercher, avvenuto a Perugia nel lontano 2007, conclusosi nel 2011 con l’assoluzione in Appello dei due indiziati.
Anche in Guilt c’era una studentessa fuori sede che è stata trovata morta nel suo appartamento, e nella fiction anche la sua migliore amica è stata la prima e unica sospettata per l’omicidio. La serie tv, con qualche piccolo accorgimento, nrilegge – in chiave smaccatamente pop – un gravissimo fatto di cronaca nera che ha lasciato un’impronta indelebile nella nostra comunità. E così sono esplose le critiche.
Guilt è stato accusato di essere una serie tv "troppo perversa e di aver osato troppo nel rileggere con i toni di un teen drama una vicenda così delicata e scabrosa". La creatrice dello show, in un approfondimento che è stato pubblicato su TvLine a ridosso dell'ultimo episodio, si è difesa dalle accuse rivelando che non era nelle sue intenzioni far scaturire tutte queste polemiche. Anzi, con Guilt ha voluto solo raccontare "quando può essere insidioso il mondo dei più giovani". In merito alle somiglianze con l'omicidio della Kercher ha affermato che si è trattato solo una pura casualità e che durante la scrittura della sceneggiatura ha guardato molti notiziari in tv. Di fatto, la storia non patteggia né per Molly (la vittima) né per Grace (l'indiziata). Espone una storia da entrambi i punti di vista. Si sofferma solo sui fatti, sulle prove e su ciò che avrebbe spinto l'assassino a uccidere la malcapitata. La scoperta del colpevole arriva nell'episodio 10 dopo una lunga serie di depistaggi, di false piste e diversi colpi di scena.
La serie tv che racconta la nostra modernità
Detto ciò, su Guilt il discorso si fa ben più ampio di quello che sembra. Al di là delle critiche, bisogna ricordare che è solo una fiction televisiva (anche se non sembra), e si pone semplicimente l'obbiettivo di raccontare ciò che accade attorno a noi. Con tutti i suoi pregi e difetti – perché ce ne sono anche troppi – la serie tv disponibile dal primo agosto su StarzPlay non ha fatto altro che alzare il velo sulla realtà di oggi, e sugli effetti di vivere in un mondo dove predomina solo il potere dei soldi e dell’opulenza.
Perché vedere Guilt
StarzPlay propone una serie perfetta per questa lunga estate caldissima, adatta a qualsiasi tipo di pubblico, anche a quello meno
esigente. Nonostante tutto e nonostante le critiche, Guilt è un (im)perfetto peccato di gola che convince per il suo ritmo serrato, i colpi di scena e per il ritratto di una Londra tetra e fumosa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.