"Ti sei tirato un surgelato", "Mi sbattevo la porta in faccia": Iconize va verso l'oblio

Ha finto un'aggressione omofoba per attirare l'attenzione su di sé ma è stato smascherato in diretta televisiva: ecco perché Iconize è il nostro personaggio della settimana

"Ti sei tirato un surgelato", "Mi sbattevo la porta in faccia": Iconize va verso l'oblio

Sul web ci sono fenomeni rari, rarissimi, come Chiara Ferragni e poi ci sono quelli come Iconize, decisamente più frequenti. La prima è milionaria, ha costruito un impero ed è diventata una delle donne più influenti del mondo grazie ai social. Il secondo è diventato la barzelletta dell'universo virtuale e non, dopo aver fatto incazzare tutti, anche il fruttivendolo sotto casa. Vero nome Marco Ferrero, quasi 30 anni, era considerato un influencer per i diritti della comunità LGBT finché l'amica di una sua amica ha rivelato che ha finto un'aggressione omofoba, proprio mentre parlava con l'ex fidanzato di Iconize.

Facciamo un passo indietro. Iconize è sempre stato un influencer di seconda linea. È amico di qualche personaggio televisivo minore e di persone che nel curriculum il più che possono fare è indicare il numero dei follower su Instagram. Ma in quell'ambiente così ristretto era riuscito a trovare il suo metro quadrato di popolarità. Come fare, quindi, per passare di livello e diventare un influencer di quelli che, per davvero, influenzano? Ecco il colpo di "genio" del mitico Iconize.

Lo scorso 12 maggio si mostra col volto tumefatto e denuncia (ma solo sui social) un'aggressione omofoba. L'Italia è appena uscita dal lockdown, si guarda attorno e pensa a come ricostruire il tessuto economico prima dello strappo definitivo a quello sociale. Eppure, nonostante tutto, il Paese trova tempo e modo per solidarizzare con quel ragazzo che ha mostrato i segni dell'omofobia. La politica gli esprime la sua vicinanza, i personaggi social fanno quadrato attorno a lui e anche la tv lo invita a raccontare la sua storia. Ecco, Iconize è uscito dal suo metro quadrato social per entrare nel gotha degli influencer che contano davvero. Barbara d'Urso, da sempre sensibile alle tematiche LGBT, gli fa spazio nel suo Pomeriggio5, consacrandolo definitivamente. Crescono i follower, cresce l'attenzione nei suoi confronti e Iconize diventa quasi un punto di riferimento per la comunità gay e quella che agli occhi di tutti è stata un'aggressione omofoba gli frutta nuovi cont(r)atti.

Ma le bugie bisogna saperle dire e, soprattutto, bisogna scegliere bene le persone a cui si vanno a riferire determinati segreti. Così accade che, al Grande Fratello Vip, Dayane Mello toglie il velo di omertà e rivela la verità: Iconize ha finto l'aggressione omofoba. E a chi l'ha detto? A Tommaso Zorzi, ex fidanzato del fenomeno. Ma non è stata una notizia di prima mano per la brasiliana, che l'ha invece saputo da Soleil Sorge, ex amica a cui Iconize aveva confessato tutto.

Eccoci tornati al punto iniziale. Il re, o meglio, il reuccio, arcobaleno è ora nudo. Soleil viene chiamata in trasmissione da Barbara d'Urso per chiarire e capire. La conduttrice era stata tra le prime a offrire supporto a Iconize. Il salutam'a soreta della d'Urso è sempre più vicino per Iconize. “Si è tirato un surgelato addosso per inscenare un attacco omofobo”, queste parole rimbombano nello studio di Pomeriggio5 e scatenano la rabbia di tutti. Dalla d'Urso alla comunità LGBT, passando per il fruttivendolo. Iconize si è forse scusato? Macchè, figuriamoci. Ha addirittura disabilitato i commenti nel suo profilo Instagram.

Poteva presentarsi personalmente da Barbara a Live per scusarsi ma dopo aver accettato l'invito ha dato buca scatenando l'ira della conduttrice, non tanto per quell'appuntamento mancato, figuriamoci. Con la sua incazzatura, la d'Urso ha dato voce a tutti i ragazzi e le ragazze davvero vittime di omofobia, che veramente hanno subito aggressioni violente perché gay, mentre lui ha finto e strumentalizzato il tutto. “Uso il 'se' perché sono una persona generosa. Se, per caso, Iconize avesse inventato un'aggressione omofoba, dovrebbe solo e unicamente vergognarsi. E con questo il signor Iconize con noi ha chiuso per sempre”, ha tuonato Barbara d'Urso, scrivendo la sentenza definitiva sul futuro televisivo di Marco Ferrero.

A quel punto Iconize ha tirato fuori la testa dal sacco, ha puntato il dito contro la televisione, dicendosi vittima di bullismo. Alla voce paradosso, oltre che sotto ridicolo e impostore, la Treccani aggiungerà Iconize come sinonimo. Passano pochi giorni, il numero dei follower crolla come il Pil italiano dopo il lockdown e quindi ecco che Iconize frigna e si scusa o, meglio, cerca giustificazioni per fare la vittima: “Era un periodo molto buio. Tutti ne abbiamo e tutti facciamo delle grandi cazzate. Io mi vergogno profondamente di quello che ho fatto”. Che sarebbe anche il minimo, caro Iconize.

Ecco, quindi, il colpo da maestro finale. Smentisce la versione del surgelato scagliato in faccia, che nel frattempo è diventata virale grazie a una ricostruzione di Live – Non è la d'Urso e gioca la carta della patologia: “Quel gesto è stato di autolesionismo”. Tempistica perfetta per risultare credibile, soprattutto quando si utilizza una patologia, vera e grave, per architettare un teatrino a uso e consumo dei social. Quindi, il baldo giovane frignante ha disattivato il suo profilo per evitare l'harakiri e si è presentato da Barbara d'Urso con la coda tra le gambe.

La conduttrice lo ha ascoltato senza troppa convinzione, ha accolto le sue scuse ma col beneficio del dubbio, sollevando di volta in volta obiezioni al suo racconto. Ma se la d'Urso, forse mossa da spirito caritatevole e compassionevole, ha deciso di perdonare con tutte le riserve del caso, lo stesso non sembrano disposti a fare nel suo mondo, che è da sempre quello dei social. Iconize è stato depennato dagli influencer da seguire da parte di moltissimi giovani che fino a pochi giorni fa lo apprezzavano, soprattutto gli utenti dell'ampia comunità LGBT che si sono sentiti traditi da quel comportamento e, ancor di più, dalle giustificazioni strascicate nello studio di Live - Non è la d'Urso. "Quella sera ho avuto una crisi di panico e ho sbattuto la testa contro una porta, mi tiravo dei pugni e mi sono causato dei lividi. Il giorno dopo ricordavo la metà di quello che avevo fatto e non avevo il coraggio di raccontarlo", ha farfugliato Iconize spiegando che, all'origine del suo gesto, ci sarebbe stata una relazione tossica con un uomo violento: "Mi ha spinto a fare tante cose brutte questa persona".

Ora, caro Iconize, solo una cosa devi fare.

Non tornare nemmeno a casa, sali sulla macchina e dallo studio 11 di Cologno Monzese vai direttamente da uno bravo, senza voltarti indietro e senza sparare altre cazzate, che ti sei già giocato tutti i bonus dei prossimi 50 anni. Torna solo quando avrai la certezza di non avere più la tentazione di prenderci tutti per il culo. Grazie.

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