Siamo tutti a conoscenza del grande successo ottenuto dal franchise di Guerre Stellari. Dal cinema alla tv, passando anche per libri e fumetti, la saga di George Lucas ambientata in quella "galassia lontana lontana" rappresenta uno dei fenomeni pop e tipicamente nerd che ha influenzato la cultura moderna. Dopo la conclusione della terza trilogia, avvenuta nel dicembre del 2018 con L’ascesa degli Skywalker, è stata la piattaforma streaming di Disney+ che ha dato agio alla saga di espandere ancor di più i suoi confini. Dal novembre del 2019, data in cui il servizio è stato lanciato sul mercato degli Stati Uniti, è disponibile The Mandalorian. Si tratta della prima serie tv in live-action, cioè con personaggi in carne ed ossa, che arricchisce le storie di quell’universo così fantasioso.
Sono due le stagioni fino ad ora prodotte per un totale di 16 episodi, e con un terzo capitolo che già si intravede all’orizzonte anche se non è dato sapere quando verrà distribuito sulla piattaforma. Sviluppata da Jon Favreau, celebre regista che l’altro ha diretto anche il primo Iron Man, la serie tv è ben contestualizzata all’interno dell’arco narrativo di Guerre Stellari. Infatti, la storia del pistolero mandaloriano è ambientata circa cinque anni dopo la fine de Il Ritorno dello Jedi, poco dopo quindi la caduta dell’Impero e la restaurazione della Repubblica, e ben 25 anni prima de Il Risveglio della forza, il primo film della nuova trilogia. Un esperimento molto riuscito, accolto positivamente dai fan e dalla critica. Ancor prima di The Mandalorian, è stato realizzato The Clone Wars, serie in computer grafica, a cui oggi fa seguito The Bad Batch (entrambe disponibili su Disney+).
Avvenute ai confini della Nuova Repubblica: la trama di The Mandalorian
Pedro Pascal, già visto in Game of Thrones e in Narcos, interpreta il solitario pistolero chiamato il Mandaloriano. Segue alle lettera gli insegnamenti della "Tribù" ed è un fervente sostenitore del Credo del Mandalore in cui nessuno del gruppo può mostrare il proprio viso ad anima viva. Il protagonista, che si muove in una realtà in continuo movimento ancora scossa dalla caduta dell’Impero Galattico, è anche un cacciatore di taglie che si vende al migliore offerente. Dalla Gilda viene incaricato di recuperare il Bambino, in cambio di un ingente quantità di acciaio. Mando, a un passo dal completamento della missione, non riesce a uccidere la piccola creatura che si trova di fronte a lui.
Così fugge, corre via nella spazio profondo, braccato da altri cacciatori di taglie, tutti interessati a mettere le mani sul Bambino, appartenente alla stessa specie di Yoda (il maestro che nei film ha addestrato Luke Skywalker), capace di controllare il potere della Forza. Alla ricerca di una verità celata nel tempo, Mando sviluppa un amore paterno nei riguardi del suo piccolo compagno di viaggio. Non è da solo in questa avventure scatenata. Con lui ci sarà anche Cara Dune (Gina Carano), ex soldato ora diventata una mercenaria, che si unisce alla causa del pistolero. Nell’ombra, però, agisce la polizia segreta dell’Impero che vuole ricostruire l’ordine appena distrutto.
Un western ambientato nello spazio ma dai temi attuali
Quello di The Mandalorian è un cult immediato. Fin dal primo episodio si intuisce il grande potenziale di una serie tv che, seppur conserva tutte le qualità del franchise di riferimento, è soprattutto un’avventura scanzonata, appassionata, divertente e con la giusta dose di retorica. Un’impresa per nulla facile, ma il regista e il creatore sono stati abili nel creare un sub universo in cui i personaggi si muovono con agilità in una cornice narrativa pre-impostata. Un’avventura dai toni adulti, anche se conserva quell’ironia baruffa che ha caratterizzato tutto i film del franchise. The Mandalorian, però, è questo è molto altro ancora.
È sì un western ambientato nello spazio, dove dominano battute graffianti, corse mozzafiato sulle navicelle e duelli con le spade laser, ma la serie nasconde anche un sotto testo molto interessante che riflette su alcuni temi della nostra contemporaneità. Uno dei più importanti è la genitorialità, che si nota nell’affetto paterno tra Mando e il piccolo Yoda in cui si evincono tutti i dettami più particolari di un rapporto padre e figlio. Come il tema della classica lotta tra bene e male. Questioni già tipiche nel franchise di Guerre Stellari, ma nella serie tv sono affrontate con uno spirito diverso. Si crea, infatti, una netta distinzione tra le due forze. Qui non ci sono vinti né vincitori, non ci sono buoni o cattivi: a sopravvivere è solo il più forte che si muove in un contesto sociale assai mutevole e in cui è impossibile capire chi è il personaggio positivo e chi è il villain di turno. Un valore aggiunto, che regala allo show quella sfumatura in più.
The Mandalorian, un fenomeno di costume grazie a Baby Yoda
Un successo meritato per la serie di Disney+ che è riuscita a imporsi grazie a una storia semplice ma dalle infinite chiavi di lettura. Non solo, ha raggiunto vette così alte grazie al personaggio di Baby Yoda. Ha orecchie a punta, occhi dolci, mani piccole ma cuore grande. È più tenero di un pupazzo e si fa voler bene proprio per le sue innate caratteristiche. Diventato un vero fenomeno di costume, il piccolo Yoda è sul web che ha trovato una platea di fan pronti ad accoglierlo. Non solo gif e video animati che riproducono le sue scene più iconiche, è diventato anche oggetto cult grazie a diversi gadget in vendita – a prezzi esorbitanti – tutte le piattaforme di e-commerce.
Controversie sul set e il licenziamento di Gina Carano
Anche The Mandalorian, però, ha il suo lato oscuro. Come non mancano i problemi sul set. Di recente è trapelata in rete la notizia dell’allontanamento di Gina Carano. Il personaggio che affianca Mando nelle sue avventure è stata licenziata dalla serie tv, creando così problemi nella lavorazione della stagione 3, a causa di alcuni tweet che sono stati pubblicati sui social. L’attrice che da sempre si è schierata a favore delle politiche di Donald Trump, è stata una delle tante che non ha apprezzato la campagna elettorale di Biden, gridando ai brogli elettorali.
La situazione è degenerata nel febbraio del 2021 quando l’attrice ha paragonato la situazione politica americana a quella degli ebrei in Germania negli anni ’40. Per questo motivo la Lucasfilm ha deciso di escluderla dai progetti legati al franchise. Oltre a questo, si è dichiarata molto scettica nei confronti del virus e nell’utilizzo delle mascherine.
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