Fuga dal virus letale (e dai russi cattivi). Speriamo resti fiction

Su Italia 1 la nuova serie adrenalinica che intercetta tutte le paure del presente. La pandemia stermina l'umanità. Il vaccino forse è sulla nave

Fuga dal virus letale (e dai russi cattivi). Speriamo resti fiction

Un campo profughi nel deserto egiziano. Pieno di disperati in fuga da una guerra mediorientale qualsiasi. All'improvviso il contagio. Una febbre che sale improvvisa, inarrestabile. Poi il paziente si copre di pustole sanguinolente e muore in appena 48 ore. I medici locali sono impotenti e chiamano in soccorso una delle più brillanti virologhe americane. Ma la dottoressa non è in grado di curare la malattia, solo di raccogliere dei campioni e poi organizzare una missione segretissima al polo per studiare le origini della malattia, trasmessa dai volatili migratori che da lassù partono.

Così inizia la serie The Last Ship che debutterà stasera su Italia 1 in prima serata. Ma se l'inizio vi sembra poco allegro e carico di tensione, tranquilli: la situazione peggiora drasticamente. Infatti la corvetta lancia missili della marina militare americana Nathan James se ne sta per quattro mesi a galleggiare al largo dell'artico (l'equipaggio annoiato non sa quale sia il vero scopo della missione) in silenzio radio per non essere localizzata. Ma quando prova a riprendere i contatti col resto del mondo la realtà diventa agghiacciante. L'ottanta per cento dell'umanità è morta per il virus. E il mondo è precipitato nel più completo caos politico. E così l'equipaggio comandato dal Capitano Tom Chandler (interpretato da Eric Dane) scopre non solo di non poter tornare a casa ma che l'unica labile speranza di cura si trova nelle provette della dottoressa Rachel Scott che hanno a bordo.

La nave inizia così a vagare per gli oceani a caccia di un laboratorio attrezzato ancora funzionante per elaborare un vaccino. Ma è anche costretta a combattere. Sì perché qualcuno ha «cantato». E così alcuni dei gruppi paramilitari che hanno frammentato la Russia in una miriade di staterelli si danno da fare per darle la caccia. Il possibile siero fa gola a molti...

Il risultato è una serie molto adrenalinica che farà contenti quelli che amano le battaglie navali (già nella prima puntata c'è un combattimento al cardiopalmo contro una squadra di elicotteri d'assalto). Però al di là della parte esplosioni ed affini (non potevano mancare, essendo uno dei produttori il Michael Bay di Trasformers ) la trama gioca bene di sponda con una serie di temi che fanno capolino nella cronaca recente. Tanto per dire, il virus assomiglia al temutissimo ebola. E i russi che tornano ad interpretare la parte dei cattivi a causa delle guerre intestine sembrano una eco, per nulla casuale, dell'aumento della tensione in zona Ucraina. Ad un certo punto spunta anche una nave italiana... Un gigantesco relitto che galleggia in mare pieno di morti per il contagio, ma forse dire che è una eco del Costa Concordia (ora come ora la ex nave da crociera più famosa del mondo) in questo caso è eccessivo.

Ma comunque si guardi la serie, che è solo lontanamente ispirata all'omonimo romanzo di William Brinkeley del 1988 (lì la catastrofe era tutta nucleare e in stile Guerra fredda), si tratta di un prodotto molto a stelle e strisce e tutto sommato divertente. Alla fine se si vuole trovare un punto debole è nella scelta del super belloccio Eric Dane (ve lo ricordate di sicuro per l'interpretazione del dottor Mark Sloan in Grey's Anatomy ) per la parte del comandante della nave solitaria. La mascella quadrata da militare ce l'ha ma forse è un po' troppo monoespressivo per fare il protagonista. Però garantisce la gioia di una certa parte di pubblico televisivo che altrimenti una serie su una nave da guerra nemmeno dipinta... Per il resto c'è da sperare che la pandemia descritta non si verifichi mai, e che resti qualcosa con cui titillare la paura sul proprio divano.

Ah, e se vi venisse il dubbio su come mai la nave da guerra sembra così realistica, beh la risposta è semplice: la marina americana per girare la serie ne ha prestate ben due... Uno spot pubblicitario dell'efficienza dei suoi mezzi così efficace non se lo è lasciato certo scappare.

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