Questa è la cronaca di un prima e di un dopo. Perché Lina Wertmüller, che conosceva bene Mariangela Melato, ieri era sconvolta e il tempo non conosceva più regole. Quando la regista ha saputo che la grande attrice e sua amica storica era morta, ha cercato soltanto di uscire al volo dalla sua bella casa a un passo da Piazza del Popolo, per raggiungere l'amica nella clinica in cui è morta. Solo che non ce la faceva, «e poi, dov'è 'sta clinica Antea?», chiedeva Lina con angoscia, colta alla sprovvista da una scomparsa tanto dolorosa. «Non sembrava che stesse così male», quasi si scusa colei che ha creato la coppia d'oro del cinema italiano con Giancarlo Giannini. Due mostri di bravura, stessi occhi stellati, uguale empatia col pubblico, idem talento. Tanto che anche a Hollywood hanno (invano) cercato quello splendore, col remake di Travolti... firmato dall'ex di Madonna, Guy Ritchie e con il figlio di Giannini, Adriano. Poi, dopo aver visto in clinica Mariangela, composta e «bellissima, come una regina», la pietà della rassegnazione ha preso il sopravvento.
Cara Lina Wertmüller, la morte della Melato l'ha sorpresa?
«Purtroppo sì. Non sapevo che si fosse aggravata. Sapevo della sua lotta contro il tumore, però ignoravo che fosse a quel punto di non ritorno».
Dopo averla diretta in film memorabili, che cosa ricorda del suo talento?
«Oltre alla sua strana bellezza non convenzionale, Mariangela aveva un senso dell'umorismo che ci ha legato subito. Sul set le ho sempre dato carta bianca, perché le stesse cose ci facevano ridere. Era una regina della scena».
La colpisce che il pubblico, nonostante la sua lontananza dalle scene, le tributi tanto affetto?
«È così che succede. Da vivo un artista che ha dato molto, come molto ha dato Mariangela, non sta a cuore. Da morto, tutti lo ricordano».
Del periodo in cui lei e il duo Melato-Giannini sfornavate film di successo, mentre Nanni Moretti aveva le convulsioni al sentirla nominare, che cosa resta?
«Tanta nostalgia. Ma anche una gran voglia di fare ancora qualcosa. Da quest'estate vagheggiavamo, io, Giannini e Mariangela, un film che andasse sulle tracce di quella stagione felice. Poi, il tempo ci ha fregato tutti».
Come ha trovato Mariangela, in clinica?
«Devo dire: addirittura bellissima. Era stupenda. Una regina. Serena e radiosa. Una regina delle scene. Adesso, sento un gran vuoto».
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