Sembrerà strano. Eppure Ethan Hunt, lo spregiudicato protagonista di Mission impossible, ha paura. Altro che effetti speciali o specialissimi, alcune peripezie mettono i brividi anche a Tom Cruise. «Ammetto. Certe riprese sanno di terrore puro». Evviva la sincerità, anche se crederci ciecamente è dura. Eppure lui sembra convinto. «Amo sperimentare la vita e il cinema perfino quando il rischio è alto». E la filmografia mette insieme titoli da vertigine. «Dovunque vado il pubblico mi chiede di fare un'altra puntata di Top gun. Eccoli accontentati».
Top Gun: Maverick, il fuoriclasse dei piloti che non temono di spingersi oltre, arriva sugli schermi il 25 maggio. L'attesa è finita e a Cannes l'anteprima della scuola di volo dell'esercito è tra le più gettonate. L'attore nato il 3 luglio non ritira premi. Fa il testimonial. Ringrazia. Si dice onorato. Si inchina. Anche se Maverick è l'ultimo ad avere bisogno di una spinta pubblicitaria. Applausi e urletti fioccano, a dare il peso e la misura dell'affetto di un pubblico davvero internazionale di un migliaio di fan.
Tom Cruise si racconta. Con quella faccia da ragazzo che ha venduto l'anagrafe al diavolo spiega il suo amore per il cinema. E fa la storia. «Se oggi esistono certi accorgimenti, li dobbiamo a Charlie Chaplin, Harold Lloyd, Buster Keaton. Le origini di una settima arte cresciuta con il progresso della tecnica, ma nata su invenzioni dei pionieri che ci hanno lasciato capolavori indimenticabili». Attore e pure produttore da un miliardo di dollari - solo George Lucas, Steven Spielberg e Jerry Bruckheimer gli danno filo da torcere - Tom Cruise conosce ogni piega del suo mondo.
«Il segreto è la programmazione. Una buona riuscita dipende soprattutto dai dettagli. Tutto va organizzato meticolosamente». L'uomo che sfida i limiti, insomma, non lascia nulla al caso. E nemmeno conosce la rinuncia. «Mi piace sperimentare la vita e il lavoro, senza precludermi nulla».
Forse è dovuta a questo una carriera in cui stanno la guerra in Vietnam in Nato il 4 luglio e i cieli solcati a velocità supersoniche. Il sottobosco torbido dei procuratori sportivi alla Jerry Maguire come la vita di coppia di Eyes Wide Shut. O ancora il biliardo magico de Il colore dei soldi oppure il viaggio con l'autismo del fratello Raymond in Rain Man.
Un eclettismo dimostrato proprio da quella volontà di non sottrarsi alle sfide perfino quando si tratta di tornare indietro di quei trentasei anni che separano il Top gun del 1986 da quello attuale in cui, per il protagonista, non sembra siano trascorsi più di sette lustri. «Curo ogni aspetto del mio lavoro perché è la ricetta per una buona riuscita. La mia ricompensa è il vostro affetto». È la «dottrina Johnny Depp» tanto scontata quanto elementare.
Nessun attore può permettersi di sottovalutare i propri fan.Alla vigilia dell'anteprima, Cruise ha anche visitato la pattuglia aerea francese che, ieri sera, ha sorvolato il tappeto rosso proprio mentre l'attore firmava autografi con tutto il cast.
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