E non se ne vogliono andare. Anzi. Man mano che avanza la crisi planetaria, c'è un bisogno matto di loro. I duri, i puri, i terminatori, i furiosi. Quelli che ci vendicano tutti. Sono già pronti sulla rampa di lancio, che avverrà tra maggio e luglio dell'anno prossimo, Terminator 5 e Mad Max: Fury Road . L'idea è quella di riavviare la popolarissima serie dei «duri» anni Ottanta, che ormai s'è fatta intramontabile. Puntando su roba forte, fossero pure film fracassoni a suon di botte, spari e fughe mozzafiato, capaci però di rimpinguare il box-office internazionale, un po' stanchino, visto che la tivù d'autore è il nuovo cinema.
Tanto più che l'ex-governatore della California, Arnold Schwarzenegger, beniamino dei film d'azione, è ritornato in pieno: intanto, dal 4 settembre rimette i panni di Trench, il muscolare re del fucile a canna liscia ne I Mercenari 3 . Non pago d'aver ritrovato, anche qui, dopo Escape Plan - Fuga dall'inferno , l'ex-rivale Sylvester Stallone, Schwarzy ha postato via Instagram il suo capoccione da istrice, montato su spalle fuori controllo: il tutto, seduto sulla classica sedia da regista. «I'll be back», minaccia e promette. È finito, infatti, il montaggio di Terminator 5: Genesis , diretto da Alan Taylor, sceneggiato da Laeta Kalogridis e Patrick Lussier, e i fans già si leccano i baffi. Perché non si tratta d'un vero e proprio «reboot», ma d'una sorta di riassunto, ovviamente aggiornato, dei primi due film della serie. Un aspetto interessante, per esempio, è che il cyborg è invecchiato. E Arnie ha rivelato su Facebook che il suo Terminator, per la prima volta, non avrà paura della propria mortalità. «Il personaggio è scritto in modo che si capisca che sotto alla macchina c'è un cuore. Fuori, c'è il suo scheletro di metallo. Ma sopra tutto c'è la sua carne umana. E la carne di Terminator invecchia, proprio come quella di ogni altro essere umano. Magari, più o meno rapidamente. Ma invecchia: è definitivo», spiega Schwarzenegger, contando su «vari twists interessanti». Cyborg ironico a 66 anni? Perché no, se cambiano un mucchio di cose? Tra l'altro, stavolta i cyborg abbonderanno e potranno essere ri-programmati. Così rivive per la Paramount la saga di T-800 , lanciata nel 1984 a firma di James Cameron e sviluppata in tre film successivi, che hanno incassato oltre 1 miliardo di dollari nel mondo. Vecchi, ma originali, pure al comando del prossimo Mad Max: Fury Road , pronto a rifondare la saga del «pazzo» Max Rockatansky. Stavolta il protagonista della trilogia cult australiana, in voga tra i Settanta e gli Ottanta, non avrà la faccia di Mel Gibson, però alla sceneggiatura e alla regia ritroviamo il suo creatore, George Miller. L'ex-poliziotto che viaggia in un futuro distopico e violento, a bordo della fedele auto V8 Interceptor, avrà il volto di Tom Hardy, l'attore inglese apprezzato in Locke .
Nel frattempo, gli uomini sono diventati mostri in lotta per la sopravvivenza, mentre due ribelli in fuga potrebbero - forse - ristabilire l'ordine. Si tratta di Max, che cerca di metabolizzare la morte di moglie e figlio e di Furiosa, donna d'azione incarnata da Charlize Theron, in punitiva versione pressoché calva. Girato nel deserto della Namibia, tra varie traversie e rallentamenti, Mad Max: Fury Road è stato presentato al Comic-Con di San Diego, ma il trailer italiano gira già in Rete. «Mi chiamo Max. Il mio mondo è fuoco. E sangue». Noi gli crediamo, anche perché Max è uomo di poche parole e c'è il deserto da domare, per superare l'abisso. Nel cast, anche Nicholas Hoult, Zoe Kravitz, figlia di Lenny, Courtney Eaton, Nathan Jones. A trent'anni dall'ultimo film della serie, Mad Max- Oltre la sfera del tuono (1985), la Warner risponde così al riavvio dei filoni d'oro. Peccato che abbia dovuto danneggiare flora e fauna del deserto africano, stando alle accuse della Namibian Coast Conservation and Management, per riprendere inseguimenti spettacolari ed esplosioni devastanti, tra il deserto del Namib e la città di Swakopmund.
A parte la disputa ambientalista e gli strazi apportati al raro «lithops cactus» e alle lucertole, ai gechi e ai camaleonti locali, il thriller fantascientifico potrebbe piacere a quanti notano che le nostre città, nel deserto estivo, somigliano molto agli ambienti descritti nel film. Dove, va da sé, un T-800 ci vorrebbe come il pane.
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