Intanto, ci saranno Totti e David Bowie, icone pop che illuminano l'erigenda Festa del Cinema di Roma (15-25 ottobre), alla sua quindicesima edizione. Una celebrità local-popolare e l'altra internazionale, a sancire una vocazione d'intenti. E, in tempi di pandemia, non è poco. Come importante è la collaborazione con il Festival di Cannes, con il patron Thierry Frémaux non solo in passerella romana, ma lesto a elargire una decina di film etichettati dalla prestigiosa Croisette, chiusa per Covid. «A Roma, con la sua Festa, la sua storia e il suo spirito, il cinema è più vivo che mai», riflette Frémaux. E poi, omaggi all'appena scomparso Ennio Morricone e due pietre miliari del cinema italiano, in versione restaurata: In nome della legge di Pietro Germi e Padre padrone, capolavoro dei fratelli Taviani. «Faccio mio il motto di Winston Churchill: Never, never, never give up!», dice Antonio Monda, direttore artistico della kermesse capitolina, insidiata dal morbo, ma ancor più dall'esitazione d'un governo, che usa il terrore sanitario per restare in sella. Comunque: mai darsi per vinti e insistere sulla qualità dell'offerta cinematografica, è il mantra dell'Auditorium.
Fra le opere della prossima edizione della Festa, presentata ieri nelle sue grandi linee, figura Mi chiamo Francesco Totti, docufilm di Alex Infascelli, con la voce del «Pupone» a spiegare la sua vita di «cucchiai» e di ricordi inediti. E il campione della Roma incontrerà il pubblico, parlando dei propri gusti in fatto di film. Per ora è tutto appuntato con gli spilli, come usa nelle alte sartorie: la collezione seguirà, ma va tenuta presente l'emergenza. Nonostante la quale, si prevede una diffusione della Festa oltre l'Auditorium. «Vogliamo coinvolgere le sale cittadine, per mandare un segnale di solidarietà a un'industria in crisi», precisa Laura Delli Colli, presidente della Fondazione cinema per Roma. Insieme a Francesca Via, direttore generale, la manager s'industria per dare corpo a un'edizione che parte in salita. Confermati anche i «Duelli», nuova sezione, che vedrà Nicola Lagioia alle prese con una masterclass su Truman Capote e Michela Murgia impegnarsi con Stephen King.
Per tornare al «Duca Bianco», è sicuro il biopic Stardust, diretto da Gabriel Range e interpretato da Johnny Flynn: sarà interessante seguire la storia della rockstar che, nel 1971, si lanciò nella sua prima tournée Usa. Naturalmente, non si possono annunciare le star presenti a Roma.
«Il problema è che non si possono invitare i talents, dicendo loro che devono osservare 15 giorni di quarantena. Negli Usa, dove vivo, la percezione della pandemia italiana è distorta. Confesso d'avere più problemi con le celebrità che non con i film selezionati», rivela Monda, orgoglioso della collaborazione con Cannes.
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