Pietro: "Sono figlio di Morandi e nel rap non ero il benvenuto"

La prima canzone a 11 anni, la voglia di indipendenza, i genitori tenuti lontani all'inizio del progetto discografico ma che ora supportano il giovane rapper in tutto e per tutto. C'è un nuovo “figlio di” pronto a lasciare il segno della scena rap italiana

Pietro: "Sono figlio di Morandi e nel rap non ero il benvenuto"

A soli 22 anni ha le idee chiare e di certo vuole lasciare il segno, nel mondo della musica. Proprio come il padre. Abbiamo incontrato per la nostra rubrica "Figli d'arte" Tredici Pietro, ossia Pietro Morandi uno dei tre figli di Gianni, che ha pubblicato il primo album “Assurdo”, interamente prodotto da Mr Monkey. Sveglio, dalla battuta pronta, ha sempre capito le potenzialità del Web e della piattaforma Youtube. Infatti si è subito fatto notare proprio su Internet con brani come “Pizza e fichi” “Piccolo Pietro”, “Rick e Morty” e “Passaporto”.

In realtà Pietro ha anche aiutato il padre nei primi passi dell'uso dei social. In alcune delle prime dirette del grande artista compariva anche Pietro che con ironia dava qualche dritta al grande 'Gianni Nazionale'. Pietro non ha voluto, con tutta onestà, sin da subito usare il cognome famoso. “Mi chiamo 'Tredici' – ci racconta – perché è in onore del mio storico gruppo di amici, quelli del mio paese (San Lazzaro, vicino Bologna, ndr). Eravamo e siamo in 13, è un modo per portarmeli dietro ovunque vada”.

I genitori hanno supportato le velleità artistiche di Pietro. “Però devo dire che non li ho inclusi molto all'inizio nei miei progetti - afferma -. Invece da quando ho iniziato a farmi notare all’interno della scena e hanno sentito le prime canzoni mi prendono più sul serio”. Dunque anche papà Gianni approva: “L’ha ascoltato tutto il mio disco, riconosce la mia dimensione artistica e rispetta la mia scelta”. Tanto che vorrebbe un duetto ma i tempi ancora sono troppo prematuri.

Nonostante sia un “figlio d'arte”, Pietro non ha mai fatto perno sul suo cognome. Anzi ha sempre fatto qualsiasi lavoretto per impegnare il tempo e con il denaro ha un rapporto distaccato. “Non sono mai stato abituato a spendere, - confessa - non sono solito portare vestiti e gioielli costosi, ma è anche vero che per ora i soldi guadagnati non sono molti. Vivo ancora coi miei, ai quali chiedo il minimo indispensabile, e sto cercando di rendermi completamente indipendente attraverso la mia musica”.

Un progetto discografico fortemente voluto. “Assurdo descrive il mio ultimo anno, - dichiara Pietro - un ciclo di eventi che non erano previsti. Diciamo che un 'figlio di' all’interno della scena rap non sta tanto bene, deve farsi spazio in un ambiente da cui non è particolarmente ben accetto, non sempre il benvenuto. Ma è assurdo come invece io stia trovando il modo di farmi sentire e la musica stia ricevendo ciò che merita, secondo me”.

Era inevitabile sin dal primo momento che Pietro si innamorasse della musica, dal momento che il padre è un instancabile lavoratore. “Ho iniziato a scrivere a 11/12 anni. - spiega - Non erano canzoni, ero più vicino alla poesia. Dopo avere comprato il mio primo disco rap però ho iniziato subito a cimentarmi e piano piano sono uscite le prime canzoni. Nel 2014 ho iniziato a pubblicare musica, ma pochi mi seguivano... Ci è voluto un po’ per pubblicare poi video musicali, il primo è di giugno 2018”.

Ora è il momento di fare sul serio.

Tredici Pietro ha già fatto qualche piccola esibizione, dall’inizio dell’estate canterà tra un festival e l’altro, ma da settembre ci saranno diverse date in giro per tutta Italia. E non è escluso che sul palco a sorpresa spunti papà Gianni.



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