Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non potrà esserci: «Sarei venuto volentieri ad ascoltarla» ma proprio quel giorno «ho impegni programmati da tempo a Roma».
Invece venerdì 17 giugno per Uno come te - Trent'anni insieme in Piazza Plebiscito a Napoli con Gigi D'Alessio ci sarà una quantità sterminata di ospiti, da Amadeus e Fiorello ad Alessandra Amoroso, da Vanessa Incontrada a Achille Lauro, da Fiorella Mannoia a Vincenzo Salemme, da Eros Ramazzotti ad Alessandro Siani, da Mara Venier ad Andrea Delogu e Stefano De Martino. Ma anche Maurizio Casagrande, Clementino e Luchè.
In sostanza, una mega celebrazione in grande stile che andrà in onda in diretta su Raiuno e RaiRadio2 perché ormai Gigi D'Alessio è definitivamente un artista nazionalpopolare che garantisce sempre ascolti e partecipazione.
«Sono soddisfatto, sono trent'anni che esisto e resisto come artista», spiega lui mentre sta iniziando le prove in piazza. E sia chiaro, Gigi D'Alessio sembra così caciarone e scanzonato, ma quando si tratta di «provare» uno spettacolo è meticoloso assai. Sul palco si trasforma in un polistrumentista con una eccellente capacità di improvvisare e seguire l'istinto del pubblico.
«La prima volta che mi sono esibito in questa stessa piazza, nel 2000, sono venuti soltanto Pippo Baudo e Syria, che ringrazio di cuore. Oggi, come si vede, ho tantissimi ospiti». E il parterre conferma la trasversalità di questo artista che ha compiuto 55 anni e, bisogna ammetterlo, ha faticato come pochi per arrivare sulla ribalta. «L'attestato di stima ricevuto dai miei colleghi - ha detto con un rinvigorito accento napoletano - è incredibile. Il primo è stato Fiorello. L'ho chiamato e gli ho detto: Senti, sono venuto mille volte da te. Lui fa sempre tutto all'alba, è difficile beccarlo, e gli ho detto, ti chiedo una cortesia: voglio festeggiare a Napoli, e ha detto subito di sì».
I
biglietti si sono polverizzati così velocemente che D'Alessio tornerà in scena anche il giorno dopo, senza telecamere ma forse con l'abbraccio ancora più «intimo» di una città un tempo diffidente ma ora entusiasta di lui.
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