Ultimo manda in visibilio l'Olimpico. Più di 60mila persone solo per lui

Oltre sessantamila persone all'Olimpico hanno cantato ogni brano di Ultimo a memoria, quasi a consacrare questo cantautore 23enne che in due anni ha realizzato una delle favole più belle del nostro pop

Ultimo manda in visibilio l'Olimpico. Più di 60mila persone solo per lui

In effetti, è impressionante sentire il pubblico dell’Olimpico al concerto di Ultimo.

Oltre sessantamila persone che hanno cantato ogni brano a memoria, quasi a consacrare questo cantautore 23enne che in due anni ha realizzato una delle favole più belle del nostro pop. Due anni fa era un signor sconosciuto, adesso riempie l'Olimpico e annuncia che il prossimo anno farà un tour nei dieci principali stadi italiani.

“Non so perché sia capitata una cosa del genere”, ha detto Ultimo prima di salire sul palco. Al di là della cronaca, ciò che ha colpito allo stadio Olimpico è la passione del pubblico. Sin da quando Ultimo, ossia Niccolò Moriconi nato nel quartiere San Basilio 23 anni fa, ha iniziato a cantare Colpa delle favole, il pubblico ha cantato a memoria ogni brano. Non soltanto i successi radiofonici come Il ballo delle incertezze con il quale ha vinto Sanremo Giovani nel 2018 o I tuoi particolari con cui è arrivato secondo all’ultimo Sanremo, ma anche i brani cosiddetti “minori” come Sabbia oppure Giusy sono stati cantati da un pubblico trasversale.

Per capirci, Ultimo non è un fenomeno “teen”, non è insomma un giovane cantautore seguito soltanto da una fascia ristretta di pubblico giovanissimo. E non è neppure il frutto di un successo estemporaneo legato a un singolo di moda. All’Olimpico ci sono tutte le fasce di età, dagli adolescenti ai loro genitori, spesso vestiti con la stessa t-shirt che lui mostra sul palco, ossia nera con il nome scritto in corsivo e, soprattutto tutti uniti dalla passione per un cantautore che probabilmente stasera ha trovato la propria consacrazione.

“Fatemi sentire se Roma c’è stasera”, dice lui un attimo prima che il pubblico esploda in un boato. Prima era passato Fabrizio Moro, per due brani (L’eternità e Portami via) e poi passerà Antonello Venditti per Roma capoccia e Notte prima degli esami. È una sorta di passaggio delle consegne tra due artisti che segnano e rappresentano la storia musicale di Roma. Ma, al di là della cronaca, all’Olimpico si è consacrata una stella che forse è stata troppo veloce per essere legittimata dai media tradizionali.

Una reazione popolare come quella vista stasera all’Olimpico è molto irrituale. Perciò si può dire che sia nata una stella. Magari non sarà luminosa per tanti anni, chissà. Ma di sicuro adesso è aderente a una quantità di pubblico come raramente si è visto in così poco tempo.

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