Sara Frisco
da Los Angeles
La cerimonia degli Oscar dell'anno scorso era stata caratterizzata da un pesante contraccolpo polemico dovuto al fatto che fra i candidati ai maggiori premi nessuno apparteneva alla minoranza di colore. «Oscar troppo bianchi», li avevano bollati. Per correggere il tiro quest'anno l'Academy ha incrementato del 3% il numero di attori e registi di colore fra i suoi membri. Fra questi nuovi arrivi c'è anche Nate Parker, regista e attore che il 7 ottobre sarà nelle sale americane con La nascita di una nazione, titolo che i cinefili sanno appartenere a uno dei film più antichi e controversi della storia di Hollywood. Era il 1915 quando D.W. Griffith usciva al cinema con questa pellicola muta e razzista. Ora, a un secolo di distanza, Parker deliberatamente usa quel titolo controverso per raccontare la storia di Nat Turner, schiavo che guidò la rivolta degli schiavi scoppiata nella Contea di Southampton in Virginia nell'agosto 1831. Parker non poteva scegliere momento più delicato per realizzare il suo film già premiato, a gennaio, al Sundance film Festival. Negli Usa le tensioni razziali sono sempre esistite ma ora dopo i tanti episodi di violenza fra polizia e comunità di colore... Parker ha anche una spiegazione storica di questo contrasto: «I primi poliziotti in America dovevano sorvegliare il perimetro delle piantagioni. Venivano pagati dai proprietari terrieri per badare che gli schiavi non scappassero». Qualcosa insomma, sarebbe rimasto nel Dna del popolo americano.
The Birth of a Nation non è il primo, né sarà l'ultimo film, a raccontare un pezzo di storia americana. In autunno, oltre a The Birth of a Nation, vedremo anche The Free State of Jones, con Matthew McConaughey che ci riporta ai tempi della Guerra di Secessione. Diretto da Gary Ross, il regista di Hunger Games, McConaughey è il contadino ribelle Newton Newt Knight, che dopo essere sopravvissuto alla battaglia di Corinth nel 1862, guida una rivolta armata che porterà la Contea di Jones a separarsi dagli Stati della Confederazione. «La conquista della libertà da parte degli individui di ogni razza è un qualcosa che l'essere umano cerca di ottenere da moltissimo tempo, dice l'attore - ben prima della Guerra Civile americana. Sono stati fatti molti passi avanti nel corso degli anni, ma c'è ancora tanto lavoro da fare, so benissimo che non tutto va come dovrebbe andare. Storicamente però, è anche vero che l'America sa voltare pagina e andare avanti più rapidamente rispetto ad altri luoghi sulla Terra». Un altro pezzo importante di storia - più recente - viene raccontata da Mel Gibson che ha diretto Hacksaw Ridge, in uscita a novembre. Il film racconta la storia del medico Desmond T. Doss, che durante la Seconda Guerra mondiale rifiutò di uccidere il nemico. Nonostante questo venne insignito della medaglia d'oro dal congresso Usa diventando così il primo obiettore di coscienza a ricevere la medaglia al valor militare. Durante la battaglia di Okinawa Doss salvò la vita a 75 uomini.
«Appartenente alla Chiesa avventista del Settimo giorno, Doss riuscì ad servire la causa del suo Paese e del mondo democratico senza sparare un solo colpo racconta Mel Gibson È un eroe dimenticato ed è giusto raccontare la sua storia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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