La vera storia di Rick che sconvolse l'America

di Yann Demange con Matthew McConaughey, Richie Merritt, Jennifer Jason Leigh

Andata e ritorno all'inferno. Detroit, anni Ottanta. Dal traffico di armi a quello di droga il passo non è lungo e Rick, adolescente, figlio d'arte, lo compie con disinvoltura. «È peggio che se avesse ucciso qualcuno» commentano le autorità, perché nell'America di Reagan vendere cocaina era un reato più grave di ogni altro in tempi di recrudescenza dello spaccio. E smerciarne otto chili vale trent'anni di galera. Se Rick ne esce con le ossa rotte, l'Fbi fa una figura ancora più meschina. Propone di non incriminare il padre se il ragazzino avesse collaborato come infiltrato. Le soffiate valgono arresti eccellenti ma non lo sconto e Rick passa alla coca. In mezzo, una famiglia carente. Rick senior è un padre a due facce. Assente davanti a una figlia che precipita nell'abisso della tossicodipendenza, energico quando decide di cambiare rotta e strappa la giovane agli spacciatori. «La strada non è insidiosa per la sua lunghezza ma per le insidie che nasconde» spiega al piccolo Rick quando si mette a fare il padre. E il ragazzo, diventato genitore prematuramente, necessita di insegnamenti «sani». Cocaine - La vera storia di White Boy Rick racconta fatti reali che al di là dell'oceano hanno destato stupore e rabbia. Il Michigan è un serraglio nel quale il collaudato Matthew Mc Conaughey si trova a meraviglia nella parte del maledetto, quel Rick senior che impara a fare il padre strada facendo ma resta un delinquente vero, accanto a Bruce Dern che sembra rimasto lo stesso arzillo vecchietto ribelle ed energico di Nebraska e a Jennifer Jason Leigh lontanissima dalla donna malmenata a ripetizione dai ceffi di Tarantino in The hateful eight. Una felice scoperta in un cast tanto autorevole è l'esordio di Richie Merritt nei panni del ragazzino che, da confidente Fbi, finisce dietro le sbarre.

Un film dalla sceneggiatura eccellente che non cade mai nella banalità perfino nelle scene più «rischiose». Una sorpresa perché il regista francese, Yann Demange, è al secondo lavoro al cinema dopo molte serie tv oltralpe. Dedicato ai molti montati di casa nostra.

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