Viaggio nei segreti del genio di Wagner

Franz Liszt, suocero nonché maggiore sponsor di Richard Wagner, ebbe modo di scrivere che la chiave del successo del compositore tedesco risiedeva nel fatto che egli fosse in grado di scrivere da sé il libretto delle sue opere

Viaggio nei segreti del genio di Wagner

Franz Liszt, suocero nonché maggiore sponsor di Richard Wagner, ebbe modo di scrivere che la chiave del successo del compositore tedesco risiedeva nel fatto che egli fosse in grado di scrivere da sé il libretto delle sue opere e di «essere al tempo stesso il poeta della sua musica e il musicista della sua poesia».

E infatti, L'anello del Nibelungo costituiva, per il suo autore, la sintesi perfetta dell'idea wagneriana di «dramma musicale» il Musikdrama una simbiosi perfetta di musica e poesia nella quale gesti e suono dovevano coesistere perché, come scrisse egli stesso in Sulla finalità dell'opera, «ciò che entrambi direttamente creano e raffigurano è la vera opera d'arte».

Questi testi wagneriani (Sulla finalità dell'opera, Sulla denominazione «Musikdrama» e Sul libretto e sulla composizione della musica d'opera) sono riportati nella prima parte di Quella cosa priva di nome La quadratura del cerchio (Aragno, pagg. 94+72, euro 18) a cura dello storico della musica Federico Capitoni.

Nella sua riflessione contenuta nella seconda parte del libro, Capitoni parte proprio dalla complessità di definizione di quella che viene comunemente definita «opera» alla luce della stratificata riflessione wagneriana. Wagner fu egli stesso un artista totale: «Compositore, direttore d'orchestra, drammaturgo, pensatore di cose musicali, quindi critico e filosofo della musica». In questo senso, Wagner fu il vero compositore, ovvero colui che compone più elementi in «un'unità che abbia la solidità e la funzionalità dell'impalcatura, la tridimensionalità e i volumi della scultura, la gamma dei colori della pittura, l'espressione del movimento rintracciabile in musica e gesto, il portato immaginifico della parola». Il collante è la musica: una sorta di quarta dimensione in grado, per sé stessa, di essere teatrale e, con le sue sovrapposizioni armoniche, di muovere gli spiriti.

È per questo che, secondo Wagner, librettista e compositore devono coincidere». La drammaturgia wagneriana è materia quantomai complessa che, però, Capitoni maneggia con cura asciugandone la sua caratteristica ipertrofia per focalizzarsi sui nodi salienti e, sì, più attuali.

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