Il viaggio di Virzì tra malinconia e gioia

di Paolo Virzì con Helen Mirren, Donald Sutherland, Kirsty Mitchell

C'è sempre tempo per (ri)partire e c'è sempre tempo per conoscersi fino in fondo. Anche in una storia d'amore lunga quasi 50 anni che è quella di Ella & John, i due protagonisti del primo film cosiddetto americano di Paolo Virzì (ma la produzione e la troupe sono italiane), interpretati in maniera magistrale da Hellen Mirren e Donald Sutherland. Una mattina d'estate i due salgono sul vecchio e glorioso camper, soprannominato The Leisure Seeker (che è il sottotitolo del film e significa Il cercatore di svago), con cui andavano in vacanza con i figli negli anni Settanta, e partono per un viaggio con un progetto di ricerca di libertà molto personale e consapevole, anche se John, professore di letteratura in pensione, ha l'Alzheimer mentre Ella ha un tumore. La meta è la casa di Hemingway a Key West ma è il viaggio quello che conta. Virzì, in questa storia tratta dal romanzo In viaggio contromano di Michael Zadoorian (Marcos y Marcos) e sceneggiata con precisione insieme a Francesca Archibugi e Francesco Piccolo, ci mette l'immaginario americano che ben conosciamo, scevro però dello sguardo folklorico dello straniero, per concentrarsi, come un primo piano che diventa dettaglio, sul rapporto tra Ella e John. Il film sono loro due e Virzì lo avrebbe potuto ambientare dappertutto. Perché sì ci sono i figli, ci sono le prescrizioni mediche, lì, fuori dal camper, c'è il mondo - anche cattivo - contemporaneo, ma ciò che conta è che ci sono gli sguardi di Ella e John, ci sono i loro discorsi, ci sono i loro ricordi, c'è la loro vita vissuta che proiettano fisicamente attraverso le diapositive su un telo la notte nei campeggi. Certo c'è anche la malattia e il dolore perché quella frase che viene ripetuta durante i matrimoni poi si fa vera.

Così Ella & John finisce per trasformarsi in un'opera dolente e straziante sull'età dell'esistenza che più ci spaventa. Ma, come succede sempre nel cinema del grande autore toscano, la sensazione alla fine non è di tristezza bensì di malinconica e pazza gioia.

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