«Volevo guidare gli aerei ora suono e aiuto i bimbi»

Giovanni Terzi

Piero Salvatori sta vivendo un momento speciale: è appena uscito il suo nuovo album Flyaway, contaminazione di musica classica e pop. Il musicista ha intensificato il suo impegno nel sociale come testimonial musicale della Fondazione fibrosi cistica e di Children in Crisis e sta per partire il tour che lo vedrà girare per tutta Italia.

Un episodio OFF della sua vita?

«Sicuramente quello della visita per diventare pilota degli aerei a reazione. Mi ero studiato a memoria la posizione delle lettere ma ugualmente le sbagliai tutte e fui quindi scartato».

Come ha iniziato?

«Sono nato a Caprarola un paesino nel viterbese - sono luoghi meravigliosi, dove la natura e la storia si fondono in un equilibrio unico - ed un giorno mio padre torna a casa e ci racconta che a Viterbo sta per aprire una scuola di musica. Così, assieme a mio fratello Stefano e a mia sorella Annamaria, inizio a studiare musica».

Una svolta per tutta la famiglia la musica?

«Il paese dove sono nato e la provincia di Viterbo sono luoghi meravigliosi; contemplare il bello è sempre stata una mia vocazione. La musica è parte di questo equilibrio e certamente l'apertura della scuola di musica ha rappresentato per tutti noi una nuova forma di vita».

Lei suona il violoncello ?

«Fino a poco tempo fa sì. Poi un fantasma ha bussato alla mia porta e mi ha fatto capire come il mio equilibrio artistico fosse possibile soltanto se riprendevo a suonare anche il pianoforte. Da quel momento in scena salgo solo con violoncello e pianoforte assieme».

Lei ed il sociale, un binomio strettissimo, un esempio il progetto Pepita.

«Il progetto Pepita nasce con l'associazione Children in Crisis fondata da Barbara Bianchi Bonomi e si pone l'obiettivo, attraverso la musica, di superare il disagio di quei bambini che vivono in criticità».

Sogni?

«Riunire i miei fratelli e fare un concerto con loro, ci riusciremo presto».

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