“Your Honor”: famiglia, crimine e giustizia in una danza cupa

Una miniserie più austera che avvincente, in parte legal-thriller e in parte dramma morale, e che deve tutto al solido carisma del protagonista, l’attore Bryan Cranston

“Your Honor”: famiglia, crimine e giustizia in una danza cupa

Your Honor si può riassumere nella seguente domanda, non certo nuova cinematograficamente quando si parla di vicende familiari dalle venature thriller e drammatiche: saresti disposto a infrangere la legge per proteggere un tuo caro?

Il quesito risuona nella mente dello spettatore fin dal primo episodio della nuova miniserie che segna per Bryan Cranston, appena nominato al Golden Globe come miglior attore protagonista, il ritorno ad un ruolo di prestigio dopo l’enorme successo di “Breaking Bad”.

Alle prese con scelte difficilissime, il suo personaggio ricorda figure già viste in molti altri titoli dello stesso genere, ma è indubbio che in questo caso l’interpretazione di Cranston faccia la differenza in positivo, coadiuvata anche dalla presenza di un ottimo cast di supporto.

“Your Honor” si snoda per dieci episodi di cui sono stati forniti in anteprima alla stampa soltanto i primi sei.

Michael Desiato (Cranston), rigoroso e rispettato giudice di New Orleans, è vedovo da un anno e vive con il figlio Adam (Hunter Doohan). Nell’anniversario della morte della mamma, Adam si reca dove la donna ha perso la vita, una zona malfamata in cui s'imbatte in una banda di brutti ceffi locali. Spaventato, fugge via in auto e, in preda ad un attacco d’asma, investe un ragazzo in moto, uccidendolo. Confessato al padre l’accaduto, sta per recarsi alla polizia per costituirsi ma, una volta scoperto che la vittima è il figlio di un importante boss, è proprio il giudice a consigliare di tacere: è un chiaro caso in cui per non andare incontro a morte certa è necessario coprire il crimine, cosa che lui è potenzialmente in grado di fare grazie alle sue competenze e alla sua sfera di influenza. Desiato ha infatti diversi privilegi derivatigli dalla toga, tra cui legami politici, sapere come ci si prepara a un interrogatorio e così via. Inoltre è disposto a tessere attorno al figlio una rete di bugie finalizzate a prevenirne la cattura. Le numerose macchinazioni messe in atto, tuttavia, non eviteranno l'ulterione complicarsi della situazione.

Adattato da una serie israeliana, “Your Honor” ha nella sequenza d’apertura, legata all’incidente mortale, un momento difficile da dimenticare. Sono minuti, compresi quelli che precedono e seguono il fatto, di grande efficacia perché realistici e d’intensità viscerale.

Venendo mostrato da subito chi è il colpevole dell’accadimento fatale, la serie verterà sui progressivi tentativi di insabbiare quanto già noto allo spettatore. Meno mistero dunque al centro della trama, ma non per questo minor tensione. Anzi, ci si chiede continuamente fino a che punto il giudice, toccato nel vivo in quanto padre, si allontanerà dal proprio rigore morale. Lo osserviamo costruire un alibi, cancellare filmati di sorveglianza incriminanti, asciugare macchie di sangue, far sparire l'auto "assassina" e, in generale, fare leva su un sistema giudiziario compromesso da falle e da pregiudizi razziali.

In quanto padre prima che giudice, Desiato si autoassolve dalle decisioni spinose adducendo che “a volte ci sono verità per cui vale la pena mentire”. La collana di azioni nate dal suo inedito stakanovismo “criminale”, però, ha nel figlio l’anello debole. Il ragazzo, instabile per indole e per sensi di colpa, è una mina vagante che potrebbe far cadere in qualsiasi momento il castello di bugie minuziosamente messo assieme dal genitore.

“Your Honor” paga la mancanza di originalità e risulta appesantito da alcune goffe sottotrame di troppo che ne rallentano il ritmo senza portare nulla di importante in termini di contenuti.

Resta comunque un viaggio di pregio nell'accidentata geografia del compromesso, personale ed "etico" (inteso come ricerca del minor male possibile), in cui l'unica luce per orientarsi è quella di un'inquietudine sempre accesa.

Da oggi 24 febbraio, ogni mercoledì alle 21.15 su Sky Atlantic e in streaming su Now TV.

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