«Zootropolis», in città gli animali vivono in pace

«Quando uscì Il Re Leone , molti videro nella scena della morte di Mufasa un modo per spiegare ai bambini il concetto di perdita. Speriamo che Zootropolis possa servire a parlar loro della diversità e insegnare a superare i pregiudizi». Clark Spencer, produttore del 55esimo classico Disney in uscita in Italia a febbraio 2016 e ieri a Milano per presentarlo, riassume così il messaggio del «film con animali più incredibile che sia mai visto».

La pellicola è ambientata in un mondo senza umani dove predatori e prede hanno smesso di mangiarsi a vicenda e convivono, più o meno pacificamente, in una metropoli che vuole essere di tutti adattandosi alle differenze di ognuno. Un concetto preso alla lettera dai registi Byron Howard e Rich Moore e dal team di 550 persone che sta lavorando ai tocchi finali. Nel film vengono rispettate le proporzioni reali degli animali, quindi sono stati creati mezzi di trasporto dove possono viaggiare contemporaneamente topi, elefanti e tigri, letti d'hotel adattabili a tutte le taglie e sopratutto quartieri, da Sahara Square a Tundra Town passando per Bunny District, che riproducono i differenti habitat, clima incluso. Protagonisti una volpe un po' truffaldina e una coniglietta che cerca di farsi strada come ufficiale di polizia. Due nemici naturali costretti a lavorare insieme per ritrovare una lontra scomparsa e che nel mentre impareranno a spogliarsi della diffidenza reciproca.

«Abbiamo messo in scena i tradizionali stereotipi sugli animali - i bradipi solo lenti, le volpi infide, i conigli stupidi - e li abbiamo capovolti perché c'è di più in ognuno di loro rispetto a quello che si vede all'esterno», continua il produttore. Un messaggio sapientemente dosato in mezzo a tigri ballerine, elefanti gelatai, bradipi dipendenti della motorizzazione e una gazzella popstar doppiata da Shakira e disegnata a sua immagine e somiglianza.

L'apparato tecnologico messo in piedi è impressionante: 18 mesi di ricerche a contatto con gli animali dell'Animal Kingdom di Orlando e delle riserve kenyote per ricostruire al limite del maniacale movimenti e comportamenti delle 50 specie rappresentate.

Software che riproducono la consistenza del pelo, il movimento del vento sulle pellicce, la sensazione di umidità del quartiere tropicale o l'afa di piazza Sahara. Particolari che magari non si vedono ma si avvertono a livello più profondo. E che rendono Zootropolis viva.

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