Da Zuckerberg ad Armani, tutti stregati dalle cinesi

Boom delle bellezze made in China. Lo stilista sfila a pechino ed esalta le modelle orientali: "Eleganti e misteriose"

Da Zuckerberg ad Armani, tutti stregati dalle cinesi

Pechino - «Le cinesi hanno visi ieratici, non del tutto terreni e pieni di poesia. I corpi sono come disegni a china. Non ho mai visto modelle così professionali ed eleganti: qui le ragazze fanno parte del vestito e viceversa, c’è una specie di fusione con lo stile, un’armonia perfetta». Giorgio Armani nel backstage dell’indimenticabile sfilata andata in scena ieri sera a Pechino dentro un enorme gasdotto circolare del distretto artistico 798 che ai tempi di Mao era la più grande fabbrica di armi della Cina, parla con entusiasmo della bellezza orientale. Gli chiediamo se tra queste donne c’è la nuova Naomi e lui lo esclude categoricamente. «Sono molto più discrete e misteriose - dice - durante le prove in questi giorni si appartavano anche per togliersi un guanto. Lo trovo un po’ strano visto che siamo nel 2012, ma curiosamente gli abiti sembrano fatti per loro, trovano d’istinto l’atteggiamento giusto da tenere».
Non a caso il casting per l’evento intitolato «One Night Only in Beijing» è stato faticoso solo perché si tratta di una folla oceanica: 180 modelli tra uomini e donne per altrettanti capi delle collezioni Giorgio Armani, Emporio e Privé. Per quest’ultima che è l’alta moda solitamente in passerella a Parigi, il più famoso stilista del mondo ha scelto le più belle ragazze dell’ex Celeste Impero, 15 moderne Turandot fatte apposta per far sognare qualunque epigono del Principe Calaf mentre canta l’immortale Nessun Dorma. La più spettacolare di tutte si chiama Lu Xintong, una bruna mozza fiato cui Re Giorgio ha affidato la parte della donna-drago nel gran finale. Ventidue anni, viso di porcellana e fisico efebico («L’unica cinese con le tette mi ha detto di essere americana, questo è il mio paese», motteggia Armani dietro le quinte) Miss Lu è comparsa al centro dell’immensa passerella circolare con un lungo abito da sera ricamato a mano in paillette nere e verde-chartreuse che sul suo corpo sinuoso forma l’inconfondibile disegno del dragone. Poi ci sono le due gemelle Wang (Xiagin e Xiating) identiche in tutto tranne nei due fulminanti modelli Privè che svelano le loro diverse personalità. Una ragazza che di nome fa Wa Wa con un modernissimo abito da sera giallo era una creatura a metà strada tra le concubine della Città Proibita e le principesse delle favole cibernetiche. Del resto sono sempre più numerosi gli occidentali sedotti dalle orientali a cominciare da Mark Zuckerberg in viaggio di nozze con la cino-americana Priscilla Chan. Non manca Lapo Elkann che sembra aver perso la testa per Zhu Zhu, attrice e conduttrice di Mtv in Cina, tanto da presentarsi al suo fianco sul red carpet di Cannes con un ardito smoking.
In sala tra i mille invitati oltre all’inossidabile Tina Turner e a Mary J Blige, c’è Michelle Yeoh, l’ex Bond Girl sposata con Jean Todt che oltre a interpretare magnificamente la parte del Nobel per la pace Aung San Suu Kyi nel film The Lady di Luc Besson, a 50 anni suonati è testimonial di Guerlain per l’Oriente. Un’altra China Girl tra il pubblico della sfilata è Fan Bingbing, l’attrice che recentemente sulla Croisette si è presentata con un improbabile abito stile vaso Ming disegnato da Christopher Bu. Ieri sera nel suo Armani d’ordinanza era mille volte più bella con buona pace di quei cinesi che hanno avuto il coraggio di dire a Re Giorgio: «Vogliamo diventare i più grandi stilisti del mondo». Lui ovviamente non ha fatto una piega anche perché dal suo primo negozio aperto in Cina nel 1998 ha fatto e sta facendo passi da gigante. Agli attuali 289 punti vendita dislocati in 50 città del Grande Paese si aqgiungeranno nei prossimi tre anni tra 80 e 100 nuove boutique per i diversi brand del Gruppo che nel 2011 ha registrato una crescita del 45 per cento in questa parte del mondo raggiungendo a livello globale ricavi per 1.8 miliardi di Euro. Non stupisce quindi che Armani abbia voluto festeggiare la sua più che decennale presenza sul mercato cinese con questo evento unico.

«In Cina - dice lo stilista-imprenditore - ci sono 6 milioni di miliardari e 160 milioni di benestanti. Questo Paese è una realtà affascinante sotto tutti i punti di vista». La serata si è conclusa con un concerto di Mary J. Blige che ha dedicato «One» degli U2 a Obama.

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