Alberto Vignali
da La Spezia
Il consiglio comunale spezzino, a stragrande maggioranza di sinistra, si scopre baluardo a difesa dei valori cattolici, riafferma solennemente lobbligo di esporre il Crocifisso nelle scuole e vincola la giunta a sollecitare il rispetto della norma da parte dei presidi. Non basta: il voto dellassemblea - unanime, salvo unesponente diessina in vena di rigurgiti anticlericali - impegna anche lamministrazione comunale ad acquistare i Crocifissi eventualmente mancanti, per conto degli istituti elementari e medi affidati alla sua gestione. La decisione arriva a seguito delliniziativa, una mozione, presentata dai consiglieri comunali di Alleanza nazionale e supportata da Forza Italia che però è stata accolta trasversalmente anche dagli altri consiglieri.
La vicenda si era caratterizzata di forti significati politici dopo che nel febbraio scorso il Consiglio di stato aveva respinto un ricorso che si opponeva proprio all'esposizione del principale simbolo cristiano nelle aule. Nel testo approvato nel palazzo civico spezzino, che riprende la sentenza del massimo tribunale amministrativo, si fa notare che il Crocifisso è «un simbolo che esprime in modo adeguato l'ordine religioso dei valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di valorizzazione della persona, di affermazione dei suoi diritti, di riguardo alla sua libertà, di autonomia della sua coscienza morale nei confronti dell'autorità, di solidarietà umana, di rifiuto di ogni discriminazione che connotano la civiltà italiana». Viene inoltre ribadito che, se è pur «vero che questi valori hanno origine religiosa», essi «vanno vissuti nella società civile in modo autonomo e possono essere laicamente sanciti per tutti, indipendentemente dall'appartenenza alla religione che li ha ispirati».
Il documento di An chiedeva il rispetto della normativa vigente e quindi l'obbligo di esporre il Crocifisso nelle aule. Ma a sorpresa i consiglieri di maggioranza hanno «preteso» di più, arrivando al punto di mettere a verbale la fornitura di Crocifissi da attaccare alle pareti se le scuole ne faranno richiesta. Insomma, tra le fatture del Comune ci sarà anche quella per l'acquisto di «simboli religiosi», sempre che la Curia non li voglia offrire di tasca propria.
Se ne compiace particolarmente Giacomo Gatti: «Sono molto soddisfatto - dichiara il coordinatore provinciale e consigliere comunale di An -.
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