Spie in Procura, ex vigili condannati dalla Corte dei conti a risarcire il Comune

Due agenti dell'Annonaria dovranno versare a Palazzo Marino 5mila euro: svolsero un finto accertamento per intimidire un commerciante che doveva dei soldi a un investigatore privato poi finito sotto inchiesta

Nel marzo di quattro anni fa, due vigili dell'Annonaria hanno svolto un finto accertamento in un negozio di calzature con il solo scopo di intimidirne il proprietario che doveva dei soldi a Jean Salvatore Congiu, l'ex carabiniere salito agli onori delle cronache perché «stipendiava» talpe anche in Procura per ottenere informazioni riservate per la sua agenzia di investigazioni privata. Oggi, dopo il giudizio penale, i due agenti sono stati condannati dalla Corte dei conti a risarcire al Comune il danno di immagine. Nella sentenza i giudici contabili definiscono la loro condotta «particolarmente riprovevole» e, pur accogliendola, esprimono «perplessità» in merito alla richiesta di risarcimento tutto sommato esigua da parte del pm: un totale di 5mila euro. Nel documento il collegio presieduto da Antonio Vetro ricorda che «il fatto in esame si iscrive nell'ambito di un'ampia vicenda delittuosa», oggetto di un altro procedimento contabile, «riguardante la sistematica e ripetuta intromissione illecita in sistemi informatici protetti, a opera di personale amministrativo della Procura della Repubblica di Milano, carabinieri, finanzieri e agenti della polizia locale di Milano, per l'acquisizione di notizie da comunicare, in cambio di utilità di varia natura, alle agenzie di investigazione richiedenti (tra cui la New Global Agency il cui titolare, Jean Salvatore Congiu, è coinvolto nel procedimento penale a carico degli attuali convenuti)»: Massimo Melloncelli, uno dei due vigili ora condannati dalla Corte dei conti, era stato arrestato il 26 settembre 2006 insieme a Congiu. Nella richiesta di custodia cautelare in carcere il pm Tiziana Siciliano lo definiva «probabilmente il personaggio con i minori scrupoli morali di tutta questa vicenda già torbida». Ai domiciliari erano invece finiti un finanziere e la cancelliera di un procuratore aggiunto. L'altro vigile, Fabio Scagliarini, era invece stato indagato a piede libero. Dodici, al termine dell'inchiesta, le persone per cui era stato chiesto il giudizio penale. Melloncelli era poi stato condannato con rito abbreviato a 4 anni e 4 mesi di reclusione per una serie di reati tra cui quelli di abuso d'ufficio e millantato credito per l'episodio del falso controllo (sentenza impugnata) e Scagliarini aveva invece patteggiato 5 mesi e 10 giorni di carcere per abuso d'ufficio. Era stato quest'ultimo, su richiesta del collega, a effettuare il 20 marzo 2006 il finto accertamento. Il tutto, ricostruiscono i giudici sulla base delle intercettazioni telefoniche e ambientali, per intimorirne il proprietario che doveva dei soldi a Congiu.

Scagliarini aveva quindi finto di riscontrare degli illeciti, ma non li aveva verbalizzati subito, in modo che l'investigatore privato si potesse offrire da intermediario per convincere i vigili a non elevare contestazioni in cambio del versamento di una somma di denaro guarda caso corrispondente al credito vantato.

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