Innerhofer slalomista meglio che in discesa. E combina un bronzo

Lontano dai migliori, si supera tra i pali stretti

Innerhofer slalomista meglio che in discesa. E combina un bronzo

Sochi - Caro Inner, ma allora dillo che a quest'Olimpiade dobbiamo prepararci ad esultare anche nelle giornate che iniziano con una delusione cocente. Diccelo prima, che dopo aver fatto una discesa così così eri pronto ad inventarti slalomista per andare a prenderti un'altra medaglia, stavolta di bronzo, su cui nessuno, men che meno tu che ai soldi ci tieni, avrebbe scommesso un rublo. Caro Inner, dillo che in questi giorni hai voglia di stupire il mondo e te stesso.… Ma no, caro Inner, non dirci più niente, perché non c'è nulla di più esaltante e divertente nello sci che vivere una gioia per un risultato inatteso. La supercombinata si presta spesso alle sorprese, quella di ieri non è stata quindi un'eccezione, con la vittoria dello svizzero Sandro Viletta (mai sul podio prima), il secondo posto di Ivica Kostelic (che in questa stagione era sparito dai piani alti delle classifiche) e il terzo di Christof Innerhofer, primo sciatore in questi giochi a fare il bis di medaglie. «Posso raccontarvi un segreto, una cosa che non dovrei dire a nessuno? Dopo la discesa avevo quasi pensato di non farlo nemmeno lo slalom, non mi davo nessuna chance di podio, nemmeno immaginando che molti potessero cadere o sbagliare. No, sono proprio partito con la tensione che avrei avuto a una gara di sci club, quindi pari a zero. Oggi è successo un miracolo, questa è l'unica spiegazione alla mia medaglia, perché fare una manche del genere in slalom (terzo tempo, pari con Kostelic) con forse 30 prove di allenamento negli ultimi due anni, quelle che Kostelic fa in due giorni, è incredibile. Scendendo mi veniva tutto facile, verso la fine poi ho sentito l'urlo di incitamento di qualche allenatore, mi ha caricato, al traguardo mi sono visto secondo dietro a Viletta e ho pensato ok, bravo, però la gara non è finita! Subito infatti Kostelic mi ha battuto e lì ho iniziato a soffrire, vedendomi già al quarto posto, anzi magari anche più indietro, sesto o settimo… ma andava anche bene! E invece… No, ve lo giuro, io non riesco ancora a credere a quello che ho fatto!».
Eppure credici pure, e chiediti magari cosa sarebbe successo se in discesa non avessi preso un secondo e sei centesimi da Jansrud… «No, credo non sarebbe cambiato nulla, anzi il fatto di andare in partenza così rilassato e con niente da perdere forse mi ha fatto bene. E c'è una cosa di cui sono molto felice: i complimenti ricevuti da Svindal e Kostelic, che non credeva ai suoi occhi quando mi ha visto partire in slalom». E adesso il superG… Perché non credere nel bis della fantastica tripletta di Garmisch, mondiali 2011, dove dopo l'oro in superG e il bronzo in discesa, Winnerhofer si prese anche l'argento in supercombinata? «Ci sono tante analogie con quei giorni di tre anni fa: la prima medaglia arrivò come stavolta il 9 febbraio, il 14 qui è arrivata la seconda, mentre là ero già alla terza, chissà, forse il mio ciclo si è chiuso, di sicuro queste sono date che non scorderò mai e la medaglia di oggi la dedico tutta a me, perché quando conta io ci sono sempre e ciò mi rende veramente orgoglioso».

«Inner è un animale da medaglia, adesso gli manca solo l'oro olimpico!». Claudio Ravetto finisce la frase e si tocca, forse ha esagerato, ma perché non crederci? Quando uno è sull'onda giusta è più facile restarci e cavalcarla piuttosto che perderla.

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