Dicevano gli antichi, valga per tutti Erasmo da Rotterdam, che in una terra di ciechi chi ha un occhio è signore. Potremmo aggiornare: anche campione. La storia che ci racconta Wilfried Happio, 23enne francese, specialista dei 400 ostacoli, vuol confermarlo. Happio oggi compare nelle foto di tutto il mondo con una vistosa benda nera a coprire l'occhio sinistro. Qualcuno penserà: spiritosone con istinto da pirata. Se così fosse, spiritosone non farebbe rima con campione: tutt'altro. Quello è il regalo del parente di un vecchio avversario che, mentre Happio si riscaldava per la gara sulla pista di Caen, lo ha assaltato, menato sull'occhio anche selvaggiamente ma, fortunatamente, non è riuscito a scappare agganciato dai tecnici presenti. C'era da mandare nello sconforto un atleta qualunque fosse l'obiettivo di gara, stavolta il ragazzo cercava il tempo minimo per i mondiali di Eugene. La faccia bruciava di dolore (i medici poi diagnosticheranno una serie di microfratture ossee), ma l'atleta e l'uomo non hanno voluto darla vinta. Medicato alla meglio per il via, con problemi di vista dal solo occhio, soprattutto per uno che deve azzeccare un ostacolo dopo l'altro, Wilfried ha sparato ogni goccia di vitalità e orgoglio ed ha vinto i 400 hs con il minimo per Eugene, terzo miglior tempo europeo della stagione.
Ecco se c'è una storia che racconta il bello dello sport è questa: nata dall'infamia di un uomo, ha restituito il senso della giustizia. Non servono due occhi per vincere. Basta un occhio per mostrare lo specchio dell'anima e dell'animo.
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