Agnelli va all'attacco, in un mese si decide il suo futuro

Il club: "Rispettata la legge". I legali: "Contestazioni formali che non hanno avuto effetti sul debito"

Agnelli va all'attacco, in un mese si decide il suo futuro

Due comunicati di Juventus, uno del club l'altro dei legali. Il primo ripete in gran parte il testo del provvedimento della Procura ma sostiene una tesi a dir poco singolare: «...Juventus rimane convinta di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie, in conformità agli applicabili principi contabili e relativi criteri di applicazione e in linea con la prassi internazionale della football industry. Le ipotesi accusatorie prospettate dalla Procura della Repubblica, in parte modificatesi rispetto alle originarie prospettazioni...». Un accenno che non tiene conto come, proprio durante le indagini, possano essere acquisite prove che modifichino la fase iniziale delle stesse.

Il secondo comunicato, trattasi, anzi, di nota, porta le firma dell'avvocato del club Maurizio Bellacosa e di Davide Sangiorgio, legale del presidente Agnelli e di altri dirigenti: «Quanto alla generale contestazione di aver falsificato il bilancio e aver reso comunicazioni improprie al mercato, la Juventus e i suoi esponenti ritengono di aver operato nel rispetto delle leggi e dei principi tecnico-contabili in materia». «Peraltro, nel corso degli anni di interesse, Juventus si è distinta per aver dato corso, in piena trasparenza e rispettando alla lettera le normative, a due diversi aumenti di capitale. Queste operazioni straordinarie hanno confermato la solidità della Società... Gli importi di tali aumenti di capitale superano e assorbono largamente i numeri delle contestazioni di natura formale, che in ogni caso non avrebbero alcun effetto sull'indebitamento della società».

Ora il supporto finanziario dell'azionista di riferimento nulla c'entra con la gestione corretta degli stessi importi. Riassunto, si riafferma la posizione del club, secondo nuove abitudini, di andare allo scontro, come è accaduto con la Superleague, con un atteggiamento alla marchese del Grillo, convinto di essere sempre dalla parte della ragione esclusiva, a differenza di chi sostenga una tesi diversa o contraria. Ci sarà il tempo per esaminare le carte della Procura, ci sarà tempo perché il gip valuti l'appello della stessa, ci sarà tempo perché Juventus smonti le accuse e dimostri la propria estraneità e innocenza ma esiste il rischio di cadere nella tentazione e nell'errore grave, tattico e politico, di andare in guerra non contro la federcalcio o l'Uefa, gli arbitri e la Lega di serie A ma contro i giudici, la procura e la Consob.

L' esperienza passata dovrebbe servire da lezione ma così non sembra, il 23 novembre potrebbe essere la data ultima, è

questo il giorno fissato per l'assemblea degli azionisti che, in origine, era programmata per il 28 ottobre. Lo slittamento non è casuale, entro un mese Juventus deciderà il proprio futuro. E non sarà quello della squadra.

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