Allegri e Mazzarri dimenticano arbitri e veleni

Stasera Milan-Napoli. Il rossonero: "Il complotto? Avremmo vinto a Firenze". L'azzurro: "Anche per lo scudetto può succedere di tutto"

Allegri e Mazzarri dimenticano arbitri e veleni

Milanello - Fa specie accompagnare i duellanti di Milan e Napoli, entrambi livornesi e perciò animati da particolare rivalità, alla sfida che può decidere il loro futuro europeo senza cogliere neanche la più piccola scintilla. Un tempo spendevano battute e stoccate, quasi si ignorano Allegri e Mazzarri dopo i famosi duelli rusticani. E lo fanno forse perchè davvero hanno superato la fase uno e imboccato una nuova stagione professionale. «Sarà una partita affascinante tra due squadre che giocano bene al calcio» è l'incipit del napoletano che sembra lasciare fuori da San Siro antichi sospetti ricostruendo la storia, davvero misera, delle sfide con il Milan. «In passato abbiamo subito il suo blasone» racconta convinto. «Adesso abbiamo acquisito esperienza e sicurezza» è l'altra certezza. E non è nemmeno il tipo, Mazzarri, che si accontenti di arrivare secondo.

«Lo scudetto? Può succedere tutto nella vita e nel calcio, la matematica lascia ancora tutto aperto» il messaggio spedito a Torino. Neanche un cenno, sia pure distratto a Rocchi, l'arbitro. Quasi irriconoscibile questo Mazzarri che viaggia verso un rinnovo contrattuale molto ricco, 4 milioni di euro a stagione riferiscono fonti giornalistiche bene informate. «Il Napoli ha il match point per assicurarsi il secondo posto» è la risposta di Allegri che erige una specie di monumento al lavoro fatto dal rivale sulla sponda napoletana, «Europa league, poi Champions, adesso secondo posto». Semnbra diventato un idillio. Anche perchè i due si ritrovano sintonizzati appena si affaccia all'orizzonte l'argomento razzismo, diventato d'attualità insieme alla moda di “dargli all'untore“, che è poi Mario Balotelli. «Se non si prendono provvedimenti duri e drastici non riusciremo a sconfiggere questa piaga che rischia di far arretrare di 30 anni il nostro calcio» l'opinione di Allegri cui Mazzarri offre sostegno con il suo invito, «spero che certi eventi facciano riflettere le persone».

Evviva, viene da chiosare. Milan-Napoli, in attesa dei gol di Cavani e, forse, di Pazzini, compie un bel salto di qualità nella preparazione. Persino le chiacchiere da bar di Paolo Bonolis raccolgono una risposta risoluta fi Allegri («se ci fosse il complotto a nostro favore avreemmo vinto a Firenze e Balotelli giocherebbe») e un'altra di grande classe. «In settimana con i miei ho parlato solo degli errori commessi a Firenze sullo 0 a 2» è la chiosa a chi gli chiede lumi sul peccato di presunzione commesso a Firenze, ingigantito da quelli di Tagliavento, rigori compresi. Il Napoli ha dalla sua il vantaggio in classifica (più 4), la striscia positiva (tre successi di fila), il gran numero di gol rifilato (10) e lo smalto del suo uomo simbolo, Cavani appunto. Il Milan ha alle spalle una cavalcata straordinaria (2013 senza mai perdere) ma un calendario più complicato, inseguitori alle calcagne e Balotelli fuori per squalifica. «Dobbiamo avere equilibrio e pazienza» ripete didascalico Allegri, segno che non c'è spazio per l'idea di arretrare Boateng a centrocampo e di confermare lo schieramento di Firenze, più equilibrato, con Niang o Robinho pronti a subentrare dalla panchina.

Lo sfogo in settimana di Boateng, definito «legittimo auspicio» dal tecnico, dimostra che Allegri ha il pieno controllo dello spogliatoio. Non bastano gli interventi pubblici per cambiare disegno tattico: il ruolo di punta esterna non aiuta Boateng ma non può essere l'interesse del singolo a modificare il sistema di gioco, collaudato.

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