Torino Una sola vittoria (arrivata una decina di secondi prima della fine del recupero, contro il Frosinone) nelle ultime otto partite e squadra che, in questo lasso di tempo, sarebbe quart'ultima in classifica: un disastro, senza mezzi termini. E un bilancio che non si registrava dal 2009/10, quando Ferrara fu sostituito da Zaccheroni: nonostante quel precedente, la Juventus però non ama i ribaltoni in corso d'opera e Allegri rimane saldo sulla panchina bianconera. Nei giorni scorsi lo ha confermato anche Maurizio Scanavino, amministratore delegato della società che ha usato parole al miele nei confronti dello stesso Allegri: «Mi ha fatto piacere, ma non ho mai avuto dubbi sul fatto che la società si fidi di me. Le critiche vanno accettate, soprattutto in questi momenti. Nel calcio è così: se vinci sei un bravo ragazzo, se non vinci... Contano i risultati e i tredici punti raccolti nel girone di ritorno sono pochi. Abbiamo però la possibilità di ribaltare tutto, facendo in modo che quello che ora è nero diventi bianco. La Juve deve giocare in Champions l'anno prossimo ed è un obiettivo che non ci deve sfuggire. Il futuro? La società lo sta programmando, noi dobbiamo rimanere concentrati sul presente».
Sotto con la Lazio di Tudor, allora. Ex juventino, all'esordio su una panchina certo non facile. E, per la Juve, una squadra da affrontare quasi al buio visto che il croato cambierà modulo e qualche uomo. I bianconeri dovranno però innanzi tutto badare a se stessi, a blindare la difesa e a ritrovare il feeling con il gol nonostante le assenze di Vlahovic (squalificato) e Milik (infortunato): al centro dell'attacco ci sarà Kean, zero gol segnati finora (14 presenze all'attivo) all'interno di una stagione anche sfortunata tra pali, reti annullate per fuorigioco e contrattempi fisici che hanno anche fatto saltare l'ormai annunciato trasferimento all'Atletico Madrid. «Sono certo che farà bene», lo ha spronato Allegri, che oggi taglierà il traguardo delle 500 panchine in serie A diventando «diversamente giovane: ho però sempre grande passione e tanta voglia di restare ancora sui campi». Possibilmente vincendo: «Abbiamo buttato tanti punti di vantaggio sulle quinte, ma abbiamo 55 giorni e nove partite per raggiungere quota 70 e blindare la Champions».
Partendo da 59, sarebbe un'impresa non farcela: «Mancano ancora tanti scontri diretti, ma intanto torniamo a vincere: un match
portato a casa ti fa vedere le cose in maniera diversa». Il nervosismo emerso dopo il pareggio casalingo contro il Genoa pare dimenticato: «L'uovo di Pasqua l'ho già mangiato, un po' di cioccolato non me lo faccio mai mancare».
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