Allegri si confessa: "Fra 5 o 6 anni smetto. E voglio la Nazionale"

L'allenatore della Juvenus, Massimiliano Allegri si racconta per GQ nel numero di ottobre. "Fra 5 o 6 anni smetterò con il calcio. Finché mi diverto a insegnare in campo, continuo"

Allegri si confessa: "Fra 5 o 6 anni smetto. E voglio la Nazionale"

"Fra 5 o 6 anni smetterò con il calcio. Finché mi diverto a insegnare in campo, continuo": si confessa sulle pagine di GQ, Massimiliano Allegri. Uno degli allenatori più forti al mondo, capace di vincere 3 scudetti consecutivi con la Juventus, conquistando due finali consecutive di Champions League.

Spesso lo vediamo furente a bordo campo, ma lui stesso ammette che spingere la sua voglia di allenare èil divertimento che gli crea: "Quando non lo farò più, me ne andrò. A me piace insegnare ai giovani, è una soddisfazione vedere dei miglioramenti nei giocatori". Niente di più, niente di meno. È così Max, essenziale. Come lo è la sua idea di calcio: "Il calcio è semplice, non ha senso complicarlo. Bisogna fare l'opposto di quello che fa l'avversario".

La Nazionale

Rappresentare i colori del proprio Paese è sempre motivo di orgoglio. Non lo nasconde e lui potrebbe essere uno dei nomi caldi del dopo Ventura: "È un motivo di orgoglio, la Nazionale mi interessa molto. E la squadra del futuro promette bene: i ragazzi nati tra il 1992 e il 2000 sono molto bravi". Ma l'importante è pensare partita dopo partita, anche se rivela di non essere uno di quelli che ragiona in modo prolungato ai match da affrontare: "Non sono uno che pensa 26 ore a una partita. Dico sempre che ci sono gli allenatori costruiti e quelli naturali: io faccio parte della seconda categoria. Non devo stare tutto il giorno a vedere video, non capirei nulla così. Guardo ciò che mi serve e in quarto d'ora capisco quello che devo fare".

La Champions

Due finali e due sconfitte. Entranbe dure da cancellare: "Le finali si vincono e si perdono – prosegue l'allenatore della Juventus –.

Lo dico anche ai giocatori, perché per fare grandi cose è necessaria una buona dose di talento e incoscienza. Di fenomeni nel calcio ce ne sono pochissimi, ma ora ci sono tante squadre con molti grandi giocatori. Vincere la Champions è più difficile di 30 anni fa".

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