Oggi l'incontro in Comune tra Inter, Milan e il sindaco Sala per la questione San Siro sulla proposta di riqualificazione avanzata da WeBuild: prima del 2026 gli interventi sarebbero soft per la cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortima, prevista al Meazza il 6 febbraio di quell'anno. I lavori completi non sarebbero pronti per il 2027 - da qui la rinuncia alla finale di Champions League - ma solo eventualmente per il 2032, anno degli Europei in Italia. «La partita è aperta, vedo positivamente ogni soluzione che tenga insieme Inter e Milan a San Siro, l'importante è che dicano cosa vogliono fare, dicano un'ipotesi e poi ci lavoreremo», così Sala. Il timore è che si torni alla casella di partenza, oggi le squadre proveranno probabilmente a spingere ancora sul progetto di costruire un San Siro bis accanto al vecchio. Anche se in serata il numero uno di RedBird Cardinale ha sottolineato: «Abbiamo progetti ambiziosi per la costruzione di un nuovo stadio all'avanguardia che sostituisca l'ormai vetusto San Siro. Il progetto si è rivelato controverso, con i politici locali che volevano che i due club investissero congiuntamente nelle strutture esistenti».
Ma la questione stadio è un capitolo aperto anche per altre società italiane. Ieri il patron del Napoli De Laurentiis ha parlato dell'obiettivo di acquistare e riqualificare il Maradona da tenere aperto tutti i giorni con aree commerciali, di ristorazione e un museo della squadra. Il tutto in attesa che il Comune dia il via libera alla vendita, in vista anche di Euro 2032, che qualora non arrivasse porterà il club a cercare altre soluzioni.
Nella Capitale continua il percorso di Roma e Lazio per l'impianto di proprietà e abbandonare l'Olimpico. I lavori per quello dell'As Roma che dovrebbero essere il volano di riqualificazione del quartiere di Pietralata, potrebbero iniziare già l'anno prossimo per un costo di 960 milioni di euro. Intanto però non si ferma la battaglia legale: l'ultimo atto è il ricorso respinto dal Consiglio di Stato a due residenti che richiedevano la sospensione, in via cautelare, dello sgombero dai terreni interessati dal progetto. I giudici di Palazzo Spada hanno però riconosciuto la «complessità della questione meritevole di un adeguato approfondimento». La palla passerà alla competenza del tribunale civile.
Il presidente della Lazio Lotito si è detto interessato ad un piano di ristrutturazione che, nel rispetto delle norme vigenti, consenta allo stadio Flaminio di essere un impianto capace di ospitare incontri di calcio nazionali e internazionali. Il sindaco Gualtieri attende il progetto, ma intanto c'è anche la proposta d'interesse della Roma Nuoto.
A Firenze continuano i dubbi legati alla ristrutturazione del Franchi tra fondi mancati e un cronoprogramma dei lavori che potrebbe non essere rispettato. Ma la Fiorentina non vuole traslocare in uno stadio temporaneo, individuato dal Comune nel Padovani, impianto del rugby e con una capienza massima di 15mila spettatori.
Il Franchi, seppur ridotto per i lavori in corso, può comunque garantire 22mila presenze e quindi entrate economiche superiori. Perciò la società di Commisso chiederà che i lavori siano organizzati in modo da mantenere sempre una parte dello stadio disponibile, come avvenuto in altri impianti rinnovati (Udine e Bergamo).
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