"Le altre Italie litigano, De Giorgi virtuoso"

L'ex azzurro Andrea Lucchetta: "Volley maschile esempio. Egonu? Se chiama la nazionale rispondi sì"

"Le altre Italie litigano, De Giorgi virtuoso"
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L'Italvolley maschile è pronta per la fase a eliminazione diretta dell'Europeo. Oggi a Bari (ore 18 Rai2) ci attende la Macedonia del Nord, in un ottavo di finale col pronostico tutto dalla parte degli azzurri. Andrea Lucchetta, che i nostri ragazzi li conosce bene e li racconta a milioni di telespettatori, ha fiducia in questa Nazionale.

È il momento dei match da dentro o fuori.

«Dovremo approcciarci alla Macedonia come se di fronte avessimo la Polonia, evitando cali di tensione e mantenendo sempre alto il ritmo, cercando di essere perfetti in tutti i fondamentali».

Mentre le altre Nazionali litigano, l'Italvolley di De Giorgi è un esempio da seguire.

«Questo gruppo viene preso spesso a modello perché vincente. In realtà dovrebbe esserlo a prescindere dai risultati, per tutti i valori che incarna. Ferdinando ha avuto il coraggio di anticipare il ricambio generazionale, prendendo spunto dal suo percorso da giocatore. Questa Italia è diversa dalla nostra dei primi anni Novanta: ci sono ragazzi che sono già campioni d'Europa e del Mondo, ma che possono crescere ancora. Per questo possiamo guardare con fiducia alle sfide a eliminazione diretta, a cominciare da quella di oggi, e alla strada che porta a Parigi».

Al femminile, intanto, è scoppiato un nuovo caso Egonu.

«In realtà non c'è nessun caso, perché i fatti dicono che è stata Paola a scegliere di non andare al preolimpico e di prendersi un altro periodo di riposo, dopo quello dell'anno scorso. Questo denota una fragilità di fondo, tecnica e soprattutto psicologica, anche rispetto ad altre stelle del panorama internazionale. Ma il problema parte da lontano, già dall'impostazione che le è stata data da quando ha spiccato il volo dal Club Italia. Egonu è un patrimonio della nostra pallavolo, e come tale va preservata. E per farlo le va detto chiaramente in cosa deve migliorare, cosa deve fare e soprattutto cosa non deve fare. Questo vale per tutti gli atleti, che devono essere valutati nel loro percorso sia a livello tecnico che per l'atteggiamento in campo. Poi ci sono le scelte personali, delle quali ognuno si assume la responsabilità. Ma quando chiama la Nazionale si deve sempre rispondere presente».

Il futuro si chiama Antropova.

«Un talento come lei deve giocare, anche perché ha dimostrato di avere la voglia di

mangiare il terreno, in tutti i fondamentali. E se la cittadinanza fosse arrivata prima, probabilmente avremmo visto un'Italia diversa all'Europeo. Ma in prospettiva ritengo che lei e Egonu possano coesistere e giocare assieme».

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